Michel Platini è stato rilasciato e non è sotto inchiesta

Michel Platini ha sostenuto un lungo interrogatorio per far luce su vari temi legati all’attribuzione della coppa del Mondo del 2022 al Qatar. L’ex presidente dell’Uefa si era presentato come testimone davanti agli inquirenti dell’Ufficio anticorruzione della Procura di Nanterre, ma è stato subito sottoposto al fermo. Poi è stato rilasciato senza essere messo sotto inchiesta. Per il suo avvocato c’è stato solo “molto rumore per nulla”. “Ho risposto a tutte le domande – ha spiegato – ce n’erano tante non solo sul Mondiale in Qatar, ma anche per quello in Russia, sull’Euro 2016 e sulla Fifa. Per questo c’è voluto del tempo. Poi fa male trovarsi in una situazione del genere. Ti presenti come testimone libero e vieni messo subito in fermo. Comunque, loro fanno il loro lavoro e continuano a indagare”. Un’inchiesta partita nel 2016 per capire in particolare i possibili legami tra l’attribuzione del Mondiale al Qatar, macchiata da sospetti di corruzione, e eventuali affari tra l’emirato e la Francia. Anche se l’indagine si ramifica pure al sostegno di Platini al Mondiale russo, al suo rapporto con la Fifa e pure all’assegnazione dell’Europeo del 2016 alla Francia, deciso nel maggio 2010, quando Sarkozy era Presidente della Repubblica, e per questo non convocabile dai magistrati. All’Eliseo si svolse nel novembre del 2011 un incontro segreto in presenza non solo di Platini ma anche dell’attuale emiro del Qatar, allora alla guida della candidatura di Doha, oltre che del suo premier e del segretario generale dell’Eliseo, Gueant. L’ex bianconero vi si presentò per comunicare il sostegno all’emirato, senza però sapere che avrebbe pranzato anche con i dignitari. “Capii subito – ha sempre spiegato pubblicamente – che Sarkozy propendeva per il voto al Qatar”. Nove giorni dopo Doha ottenne il Mondiale, battendo la concorrenza di Giappone, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti. Nei mesi successivi, il Qatar si comprò il Psg, mise in cantiere la rete tv BeInSports, divenne primo azionista del gruppo Lagardere Sport, e finanziò pure un corso alla Sorbona affidato a Sophie Dion, pure lei fermata e interrogata dalla procura di Nanterre. Sul Mondiale russo, Platini fu già sottoposto a perquisizione dei suoi domicili dopo rivelazioni giornalistiche su un presunto dono di un quadro di Picasso da parte di un membro della delegazione russa, che il francese ha sempre negato di aver ricevuto.