Ballottaggi elezioni amministrative: l’astensionismo, quasi il 50%, il vero vincitore

La lunga maratona delle elezioni europee, regionali, comunali, è terminata. L’ultimo appuntamento elettorale domenica scorsa in occasione del ballottaggio nelle città dove il candidato Sindaco non era stato eletto al primo turno. “Sarò il Sindaco di tutti i cittadini” è stata la prima affermazione di ogni Sindaco eletto. Dichiarazione fin troppo scontata e vecchia. Un neo eletto Sindaco che abbia dichiarato di volere amministrare soltanto coloro che gli hanno dato la fiducia attraverso il voto non è mai esistito, e mai ce ne sarà qualcuno che farà una simile dichiarazione. I cittadini, invece, dichiarano da quale Sindaco vogliono essere amministrati. Lo fanno quando mettono il segno sulla scheda nel “segreto dell’urna”. L’esito degli ultimi ballottaggi ha avuto un solo vincitore, l’astensionismo nel non voto che ha toccato il quasi 50%. Questo significa che i Sindaci sono stati eletti con il voto favorevole di un quarto dei cittadini che ne avevano diritto. Una brutta sconfitta inferta dal non voto a chi dovrà amministrare la città nei prossimi cinque anni. Saranno in grado i primi cittadini neo eletti ad amministrare la città in maniera tale da sconfiggere l’astensionismo? Al momento chi ha vinto ha esultato per una città strappata allo schieramento opposto stappando bottiglie di spumante o cantando bella ciao. Domani è un altro giorno, il primo di altri 1825 giorni, che ogni Sindaco dovrà utilizzare pensando a risolvere i problemi della propria città e di tutti i cittadini, in primis convincere chi continua ad allontanarsi dalla politica in forma maggiore. Le città pagano un prezzo altissimo alle politiche nazionale per mancanza di trasferimenti da impiegare nei servizi, sicurezza, ambiente, sanità. Settori che al momento non trovano il giusto sostegno nazionale per essere amministrati adeguatamente (la soluzione affidata ai Minbot anche in questo caso?). Ciò significa ingigantire la disoccupazione giovanile e il non voto.