L’Inter francese promossa nella Serie B transalpina. Per lo Chambly l’ennesimo salto di categoria. Il club è di proprietà della famiglia italiana Luzi. Con i colori e il logo ispirati ai nerazzurri, in omaggio alla fede interista del fondatore Walter e del figlio presidente Fulvio. Il fratello Bruno, allenatore, fa eccezione essendo uno “juventino”. I Luzi hanno realizzato un miracolo all’italiana con dodici promozioni e una semifinale di coppa di Francia. “All’inizio – ha ricordato all’Equipe il mister – c’erano due porte in un campo sterrato, e neppure gli spogliatoi”. Da lì però è sbocciato il sogno. E trent’anni dopo è arrivata la promozione in Ligue 2, dopo aver sfiorato lo scorso anno la finale di coppa di Francia, uscendo di scena solo in semifinale con i pari grado dell’Herbiers, poi retrocesso. Ai quarti per lo Chambly aveva eliminato lo Strasburgo, in una serata storica e tragica. Al fischio finale infatti arrivò la notizia del decesso di Walter, per tutti “Pépé”, arrivato diciassettenne in Francia da Fossombrone nel 1960, e rimastoci per amore. Fondando così una dinastia tra nipoti, zii e cugini che per ogni partita casalinga danno una mano allo stadio: chi alla biglietteria, chi al bar, chi a gestire il flusso di tifosi e ospiti. Uno spirito unico che unito a una gestione rigorosa ha portato frutti insperati con dodici promozioni. Di queste Bruno ne ha vissute cinque da attaccante titolare. La storia non è finita. Il presidente Fulvio ora vuole la Ligue 1.