Fidesz sospeso dal Ppe ma rimane nel centrodestra

Fidesz come noto è il partito del presidente ungherese Viktor Orbán. La compagine è stata sospesa dal Ppe, la famiglia di centrodestra dell’Europarlamento, ma non è rottura definitiva. La scelta è infatti “concordata”. “È stata una decisione presa insieme. No, non abbiamo dato né ottenuto garanzie. Ero pronto a sbattere la porta, ma la maggior parte dei membri del Ppe non voleva che ce ne andassimo via perché sanno che siamo un partito forte e non era saggio lasciarci andare”. A fare da mediatore Silvio Berlusconi, che parla di “migliore soluzione possibile”. “Ci siamo spesi per fare in modo che il Ppe possa confermarsi primo partito al Parlamento Europeo”. Il triunvirato formato Herman Van Rompuy, Hans-Gert Poettering e Wolfgang Schuessel, monitorerà le attività del partito di Orbán. Dopo il voto del 26 maggio ci sarà una decisione. Fidesz fino alle europee non parteciperà alle riunioni del Ppe, non avrà diritto di voto né di proporre candidati per le cariche. Fidesz del resto è corteggiato dai sovranisti di Europa delle Nazioni e della Libertà come Lega e Front National. Orbán non piace ai tedeschi del Cdu-Csu. Massimiliano Salini, europarlamentare azzurro, è convinto che Orbán debba ammorbidirsi su immigrazione ed europeismo ma restare nel recinto del Ppe “perché ha fatto ripartire l’economia dell’Ungheria dandole una identità chiara e politiche realmente orientate allo sviluppo basate su due pilastri cari anche al Ppe: famiglia e impresa”. Anche il leader del Partito democratico sloveno Janez Jansa ha chiesto fino all’ultimo di rinviare perché “spaccare la famiglia del Ppe non potrebbe essere più autodistruttivo”.