Ligabue da venerdì 8 marzo torna con l’album “Start” e a giugno va in tournèe

Milano. «Questo album lo sento essenziale, come la copertina con la mia foto di adesso, il titolo è essenziale, la durata è di 38 minuti, il numero delle canzoni è sotto le 11, la durata delle canzoni è essenziale». È la sintesi fatta da Luciano Ligabue alla presentazione del nuovo album di inediti “Start” in uscita venerdì 8 marzo. «Non credo che ci sia più del solito di vita personale in questo lavoro – ha precisato – Non affronto un raggio artistico troppo vasto, che non sia quello che vedo ogni giorno e quello che conosco. È un disco personale nella misura in cui lo sono stati sempre tutti, solo che questo è più diretto del solito, ed è più facile che emerga un effetto personale, come in “Mai dire mai” sulla relazione con mia moglie».

L’artista è ossessionato dal futuro e dal tempo. «È il concetto di tempo con cui combatto da una vita, fin dal brano “Non è tempo per noi” – ha sostenuto – Siamo ossessionati dal tempo, facciamo i conti con l’idea di un futuro che non è futuro, perché nessuno sa cosa succederà domani, e c’è l’idea di futuro che è anche un po’ una fregatura, una preoccupazione: nessuno garantisce un futuro, brutto o bello che sia, con nessuna certezza; sono afflitto dal concetto del tempo, ma sono fiducioso di mettere nel presente un futuro speranzoso. È un disco con molta speranza dentro: cosa costa pensare al futuro?». Ligabue ha scelto proprio venerdì 8 marzo l’uscita in radio di “Certe donne brillano” in occasione della festa della donna. «È la galleria delle donne che brillano nella mia memoria, che hanno lasciato un segno dentro di me – ha ammesso – É una sorta di album fotografico della memoria, con il quale porto dietro la loro; la donna ha un ruolo incisivo e fondamentale: quella che ho sposato ha uno sguardo molto amorevole sul mondo, a volte me ne sono servito e ha molta responsabilità rispetto ai miei pensieri». Foto in copertina e titolo lapidario per questo album “Start”. «Per la prima volta ci ho messo la mia faccia in copertina, dopo 20 anni: mi ci riconosco molto in questo faccione – ha osservato – Ho invece voluto questo titolo perché ogni volta è una nuova partenza, come nel 2017 che per me è stato l’anno più difficile della mia carriera, per problemi alla voce: mi si formò un polipo ma mi rassicurarono che avrei cantato meglio di prima dopo l’intervento solo se l’avessi voluto. La risposta più grande me l’hanno data i miei fan conservando il biglietto acquistato nell’attesa del mio ritorno».

L’incontro più bello per la realizzazione di questo album è stato con Federico Nardelli. «È stato un incontro molto fortunato perché ha dato una direzione di essenzialità al disco e anche una energia che fa pensare all’urgenza – ha rivelato – Me lo ha fatto conoscere mio fratello: siamo andati a pranzo e mi è piaciuto subito come persona; ci siamo ritrovati nel mio studio, dicendomi che suonava lui basso, chitarre e batteria: dopo quattro ore mi ha dato la demo di “Io in questo mondo” lasciandomi a bocca aperta per l’energia rispettata secondo una finalità importante nella mia testa. È fin troppo buono e fa 30 anni fra qualche mese». Prenderà il via il 14 giugno dallo Stadio San Nicola di Bari lo “Start tour 2019” di Ligabue con un grande show che il 17 anche allo Stadio San Filippo di Messina, il 21 allo Stadio Adriatico di Pescara, il 25 allo Stadio Artemio Franchi di Firenze, il 28 allo Stadio San Siro di Milano, il 2 luglio allo Stadio Olimpico di Torino, il 6 allo Stadio Dall’ara di Bologna, il 9 allo Stadio Euganeo di Padova e il 12 allo Stadio Olimpico di Roma. «Farò parecchie canzoni da questo album e poi ci sarà la liturgia della festa nel vedere cantare il mio pubblico con una selezione delle canzoni più famose – ha anticipato – Vediamo se anche le canzoni del passato le incrementerò con una nuova parte ritmica: sarà una sorpresa cercando di non dare nulla per scontato: capisco le difficoltà nello spendere soldi, per il biglietto, per mangiare e per bere, parcheggiare, le attese sotto il sole».