L’Italia va a fondo: l’Europa chiede ai grillini di lasciare il Governo ad altri

Così non va. Gli italiani si sono già espressi nelle urne “gridando” la loro rabbia contro i grillini. Ma non si può attendere oltre. Serve che i grillini lascino la responsabilità di Governo ad una maggioranza preparata e capace di rimediare ai danni arrecati in pochi mesi a palazzo Chigi. Ad anticipare la richiesta è l’AGI. La Commissione europea già domani, infatti, dovrebbe mettere Roma sotto monitoraggio per i suoi squilibri macroeconomici eccessivi, adottando un “rapporto paese” critico delle misure contenute nella manovra del governo.

Non solo c’è stato uno “stallo” sulle riforme, ma anche una retromarcia rispetto a quanto approvato in passato. “Quota 100” avrebbe un impatto negativo sulla sostenibilità dei conti pubblici. L’efficacia del reddito di cittadinanza sarebbe messa in dubbio dall’impreparazione dei centri per l’impiego. Secondo il Country Report sull’Italia, gli squilibri macro-economici potrebbero “peggiorare”, in particolare con il rischio di un aumento del debito pubblico che si somma alle debolezze strutturali dell’economia. Ad oggi il contagio dell’aumento degli spread è stato limitato, ma la Commissione teme che un deterioramento dei fondamentali macro-finanziari italiani possa creare rischi di conseguenze negative per altri Stati membri. L’esecutivo comunitario dovrebbe limitarsi a mettere sotto monitoraggio l’Italia senza aprire una procedura per correggere gli squilibri macro-economici eccessivi.

La procedura per squilibri eccessivi prevede che la Commissione possa chiedere al governo un piano d’azione correttiva che dettagli le misure per correggere gli squilibri e il calendario per la messa in opera. Il Country Report contiene un giudizio qualitativo delle misure adottate dal governo e una valutazione della situazione economica dell’Italia. La misura della manovra più criticata dovrebbe essere “quota 100” che – agli occhi della Commissione – è un passo indietro sulle riforme del passato ed è destinata a aumentare in modo significativo la spesa pensionistica nei prossimi anni. Quanto al reddito di cittadinanza, la Commissione ritiene che i centri per l’impiego non siano adeguatamente equipaggiati per mettere in pratica la riforma con effetti positivi per le politiche attive sul lavoro. Inoltre, il lavoro nero rimane una sfida per l’Italia. Sulla manovra, la Commissione dovrebbe anche criticare l’aumento del carico fiscale sulle imprese e il pericolo di condoni, mentre gli obiettivi di privatizzazioni annunciati dal governo sono considerati poco realistici.

Inoltre, l’esecutivo comunitario non ha registrato progressi significativi sulla riforma del catasto, sulle tax expenditures (esenzioni e deduzioni fiscali) e sulla tassazione degli immobili. Quanto al settore bancario, la Commissione dovrebbe sottolineare le pressioni sulle banche dovute all’aumento degli spread, che ha avuto un impatto negativo sui livelli di capitalizzazione e le capacità di finanziamento. Tra le altre critiche avanzate all’Italia dovrebbe esserci il basso livello di assorbimento dei fondi Ue e le restrizioni sulla concorrenza in particolare nel settore del commercio con l’ipotesi di chiusura domenicale. Nel Country Report, la Commissione dovrebbe indicare in quali settori è richiesta azione da parte del governo come la revisione dei valori catastali, la razionalizzazione delle tax expenditures, la riduzione della spesa pensionistica nella spesa pubblica, la riforma del processo penale e del sistema di appello e la rimozione di barriere alla concorrenza. Il Country Report dovrebbe essere la base per il governo per preparare il programma nazionale di riforme (Pnf) e il programma di stabilità (il documento di economia e finanza o Def), su cui la Commissione si esprimerà in primavera.

“Se l’Italia avesse difficoltà a rifinanziare il suo debito pubblico, allora a livello Ue si dovrebbe trovare una “qualche maniera per andare avanti”, cosa che comporterebbe una “qualche forma di sostegno” e “un cambiamento di governo” in Italia. Lo dice il presidente dell’Ifo Clemens Fuest incontrando la stampa a Bruxelles. “Abbiamo visto relativamente poco contagio finora ma le reazioni dei mercati dei capitali sono state per lo più concentrate sull’Italia. Naturalmente, se succede qualcosa, se l’Italia ha delle difficoltà a rifinanziare il suo debito, penso che ci sarà una discussione su come questa cosa può essere affrontata insieme. Semplicemente perché l’Italia è troppo grande per fallire”.

“Ci saranno enormi resistenze politiche contro qualsiasi forma di sostegno, nei Paesi nordici, semplicemente perché c’è la percezione che questa crisi, se arriva, sarà causata dal governo italiano. Non è venuta da fuori, ma provocata. Ma l’Italia è un Paese molto grande e molto importante e ci sarà una qualche maniera di andare avanti, cosa che comporterà anche direi una qualche forma di sostegno e probabilmente anche un cambiamento del governo italiano. E’ uno scenario probabile”, nel caso si dovessero verificare difficoltà di rifinanziamento del debito.

“Senza un cambiamento” di governo, “naturalmente – ha evidenziato Fuest – in qualche modo potrebbe esserci una ripetizione della vicenda greca. Il governo greco aveva l’idea di finirla con le politiche di austerità e tutti i suoi vincoli, ma un Paese che fa così non verrebbe salvato”. “In quel caso, persino l’Italia dovrebbe introdurre probabilmente una nuova moneta o affrontare perlomeno una ristrutturazione del suo debito”, ha concluso Fuest.