Oscar 2019 a Green Book di Peter Farrelly

Un afroamericano e un italoamericano e la loro amicizia che supera i pregiudizi. L’Oscar 2019 va a Green Book di Peter Farrelly. “Abbiamo fatto questo film con amore, tenerezza e rispetto” ha detto il produttore, mentre il regista ha chiarito: “Questo è un film sull’amore che supera le differenze”. Nel lungo viaggio che li porterà in tournée impareranno a conoscersi e ad aiutarsi. Il film ha vinto anche come miglior sceneggiatura e il miglior attore non protagonista. È stato un colpo di scena di fine cerimonia, visto che il favorito era Roma di Alfonso Cuarón che però si è aggiudicato tre statuette, tutte e tre importanti. Pronostici rispettati per i migliori attori: Rami Malek, Mahershala Ali e Regina King mentre per il premio alla miglior attrice Olivia Colman l’ha spuntata sulla favorita Glenn Close che si conferma essere l’attrice con più nomination, ben 7, senza nessun Oscar.

L’inizio rock con i Queen ha portato bene al film che ha vinto quattro Academy Award e che ha visto trionfare Rami Malek nel ruolo di Freddie Mercury. Sul palco l’attore, classe 1981, ha dedicato il premio “alla mamma e alla mia famiglia, grazie di partecipare a questo momento monumentale. Grazie a tutti quelli che mi hanno dato una mano ad essere qui, non ero la scelta ovvia ma ha funzionato”. Il musicista ha voluto ringraziare i Queen “per avermi fatto partecipare alla vostra incredibile eredità” e ha ricordato Mercury che “ha lottato con la sua identità, abbiamo fatto un film su un gay immigrato e lo abbiamo celebrato. Questa è la prova che amiamo questa storia. Io sono egiziano, la mia è la prima generazione nata qui in America”. Infine la dedica alla fidanzata, Lucy Boynton, che nel film interpreta Mary Austin: “Sei il cuore del film”.

Standing ovation a Barbra Streisand (che presentava il film di Spike Lee) e il duetto Lady Gaga – Bradley Cooper. Al posto del classico monologo iniziale sono apparse insieme Maya Rudolph, Tina Fey e Amy Poehler che hanno affrontato tutte le polemiche che hanno contraddistinto la vigilia: “Non siamo le presentatrici, ma rimarremo qui fino alla fine facendo finta di esserlo”.

“Noi donne siamo naturalmente portate a supportarci l’una con l’altra” hanno detto le tre comiche prima di introdurre il premio per la migliore attrice non protagonista che è andato a Regina King, per il film di Barry Jenkins Se la strada potesse parlare tratto dal romanzo di James Baldwin. Anche il premio per il miglior attore non protagonista è andato ad un attore afroamericano, Mahersala Ali che si è portato a casa il secondo Oscar a due anni da Moonlight. Ali ha ringraziato il vero personaggio che lui interpreta, Dottor Shirley. Il film ha vinto anche per la miglior sceneggiatura originale scritta dal figlio di Tony Vallelonga (interpretato da Viggo Mortensen) insieme al regista e a Brian Currie.

L’Oscar come miglior attrice è andata all’inglese Olivia Colman, protagonista di La favorita di Yorgos Lanthimos. Dopo quarant’anni di cinema Spike Lee ha vinto il suo primo Oscar competitivo, per la sceneggiatura di BlacKkKlansman, tre anni dopo quello onorario. Emozionante il duetto Bradley Cooper e Lady Gaga sulle note di Shallow, uno dei brani del loro A star is born. Che ha fatto vincere alla popstar insieme ai suoi tre coautori, Mark Ronson, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt, il premio Oscar per la migliore canzone.

Delle sette candidature ottenute dal film Black Panther porta a casa l’Oscar per i migliori costumi, andato a Ruth E. Carter. Anche l’Oscar per la scenografia è andato al film dei supereroi Marvel, alla scenografa Hannah Beachler e al decoratore di set, Jay Hart.

Alfonso Cuarón porta a casa tre Oscar, fotografia, regia e miglior film non in lingua inglese, Roma. Il regista ha dovuto mettersi dietro la macchina da presa al posto del suo grande amico Emmanuel Lubezki detto Chivo. Il regista messicano era stato introdotto da Javier Bardem e Angela Bassett con Bardem che in spagnolo aveva detto: “Non ci sono muri che possono contenere il talento”. Ritirando invece l’Oscar per la miglior regia: “Voglio ringraziare per aver riconosciuto un film che racconta la storia di una donna che come milioni di lavoratrici nel mondo che lavorano senza diritti”.

I premi per il suono (il montaggio sonoro e anche il sonoro) sono andati al lavoro fatto sulla colonna sonora di Bohemian Rhapsody che ha saputo armonizzare le performance dei Queen originali con altri musicisti e con l’interpretazione di Rami Malek e compagni. John Warhurst e Nina Hartstone hanno vinto per il miglior montaggio sonoro, mentre Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali hanno portato a casa la statuetta per il suono. Anche il montaggio firmato da John Ottman ha vinto l’Oscar e ha citato il padre di Freddie Mercury: “Buoni pensieri, buone parole e buone azioni”. L’Oscar per i migliori effetti visivi è stato vinto da Paul Lambert, Ian Hunter, Tristan Myles e J.D. Schwalm per First man – Il primo uomo.

Il miglior film di animazione è stato giudicato Spiderman: un nuovo universo, una nuova interpretazione – sempre targata Marvel – dell’uomo ragno che ha anche lo zampino di un’artista italiana, Sara Pichelli che ha creato Miles, il giovane “super” che prende il testimone di Peter Parker e punto dal ragno radioattivo sviluppa i noti poteri. Il corto animato vincitore dell’Oscar è Bao, arrivato in sala abbinato a Gli incredibili, storia di una mamma che fa fatica a lasciare suo figlio andare per il mondo. Lo firmano Domee Shi e Becky Neiman-Cobb, Shi ha ringraziato Pete Docter, a capo della Pixar oggi, e ha invitato “tutte le ragazze nerd che si nascondono dietro i loro album da disegno, non abbiate paura di raccontare al mondo le vostre storie”. Il corto documentarioPeriod. End of Sentence ha vinto l’Oscar e una delle due registe, Melissa Bertonche salita sul palco con Rayka Zehtabchi, ha esclamato: “Non ci posso credere: un film sulle mestruazioni ha vinto l’Oscar”, il corto doc infatti racconta i pregiudizi che ancora sussistono nell’India rurale nei confronti del periodo mestruale femminile. Mentre il miglior cortometraggio è stato giudicato Skin di Guy Nattiv e Jaime Ray Newman.

Il premio per il miglior documentario è andato a Free Solo di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, mentre la straordinaria trasformazione di Christian Bale in Dick Cheney per Vice ma anche Sam Rockwell, trasformato in Bush jr. e Amy Adams nella moglie di Cheney, Lynne è stata premiata con il miglior trucco. Gli artisti premiati sul palcosono stati Greg Cannom, Kate Biscoe e Patricia DeHaney.