Cessione del quinto dello stipendio, di cosa si tratta?

Spesso ci imbattiamo in pubblicità televisive o cartacee in cui appaiono termini abbastanza complicati legati al mondo del credito personale, una materia complessa che in pochi maneggiano con una certa dimestichezza. Uno di questi è la Cessione del Quinto.

Quando parliamo di cessione del quinto di uno stipendio (o della pensione), facciamo riferimento ad una tipologia di prestito personale le cui rate di rimborso non possono mai essere superiori a un quinto dello stipendio o della pensione.

Chi può richiedere il prestito?

Se si è interessati a questa tipologia di finanziamento, si consiglia di valutarne bene le condizioni prima di richiederlo. A tal proposito può essere un valido strumento la presa visione dell’infografica realizzata dall’istituto finanziario IBL Banca, che offre una serie di informazioni utili e a portata di tutti.

Dipendenti pubblici o statali, dipendenti privati e pensionati sono il target di riferimento della cessione del quinto.

Nel caso di lavoratori dipendenti, il contratto di lavoro in loro possesso deve essere a tempo indeterminato. Occorre rispettare, inoltre, un criterio di anzianità lavorativa minima, che varia a seconda della compagnia assicurativa che fornisce la polizza  assicurativa sulla perdita di impiego.

Anche i lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato, possono richiedere la cessione del quinto. In questo caso però la durata del contratto di finanziamento non può superare la durata residua del contratto di lavoro.

Di norma anche l’azienda presso cui il richiedente lavora deve soddisfare alcuni criteri di ammissibilità, valutati in sede di delibera della richiesta. Parliamo, ad esempio, di un numero minimo di dipendenti e di un capitale sociale superiore ad un minimo stabilito.

La durata massima del prestito è di 120 mesi, mentre la minima non è inferiore ai 24 mesi. Il termine massimo non può eccedere comunque il termine del rapporto di lavoro e il pensionamento.

La cessione del quinto ha una struttura particolare e diversa dalle altre forme di prestito, poiché non prevede che il richiedente presenti particolari garanzie. Ciononostante, l’operazione per i dipendenti privati è garantita dal TFR (trattamento di fine rapporto) maturato dal dipendente. Per ogni categoria la legge (il DPR 180/50) prevede poi la necessità di una garanzia vita ed di una garanzia per la perdita di impiego entrambe contratte dall’istituto di credito. Per quest’ultima è prevista, in caso di licenziamento o dimissioni, la rivalsa della compagnia sul debitore.