Aprigliano (CS). Rappresentata la Commedia in Vernacolo Calabrese Pinu’ di Francesco De Marco
Un Atteso Evento Culturale e di Spettacolo a Cura dell’Associazione Accademia Teatrale “Ciardullo”di Perito – Casali del Manco (CS)
Una dietro l’altra e con un binomio virtuoso a favore (interesse e presenza di pubblico qualificato) le tre Comunità calabresi (Aiello Calabro, Aprigliano e Celico, in prov. di Cosenza),avendo inserito un originale spazio teatrale nei loro cartelloni di Eventi, celebrati in un particolare periodo dell’anno, hanno vissuto momenti di sicuro entusiasmo e momenti lieti. Le realtà istituzionali promotrici, in rappresentanza dei Comuni, sopra indicati, dopo aver favorito questo interessante processo, hanno espresso il totale gradimento, per i sapienti, realistici ed attuali contenuti della rappresentazione dell’Atto Unico “Pinu’”: Commedia in vernacolo calabrese, opera dello Scrittore e Drammaturgo, Prof. Francesco De Marco. Anche l’Organizzazione delle suddette manifestazioni ha inteso esprimere viva soddisfazione per la sensibile partecipazione alle rappresentazioni di una Commedia che – va subito affermato – passa dall’allegra e disarticolata compagine, che ne incarna e rappresenta l’essenza principale, a momenti con cupe sfumature e di critiche riflessioni sulla condizione del presente. Effetti scenici che s’alimentano dalla sequenza delle ben costruiti episodi,che sostengono un ritmo d’attenzione alto, in quanto richiama imminenti colpi di scena…sulle taumaturgiche possibilità del personaggio, più volte invocato:” Pinu’ “! Un copione ben articolato, con gustose e dinamiche scenette, che accompagnano la curiosità degli utenti fino agli ultimi scampoli della conclusione della Commedia. Bravi e molto applauditi i protagonisti, che, di seguito si citano. Personaggi e Interpreti:Marietta ( Pina Rota ),Zu Micu ( Francesco Mauro),Faustina (Maria De Marco ),Carlino (Giacomo Longo), Donna Gertrude (Ida Nicoletti ), Il Professore ( Franco Rossi ), Assistente di scena (Filomena Nicoletti), Musiche (Branduardi, Morricone, Nagru’). L’Azione di Promozione Culturale dell’ Associazione Accademia Tetrale Ciardullo La manifestazione culturale, in armonia con le finalità statutarie dell’Associazione Accademia Teatrale Ciardullo, si è svolta in due momenti distinti: una prima parte in cui l’Autore, Francesco De Marco, ha dato lettura di poesie dialettali dal repertorio poetico di Michele De Marco (Ciardullo) e Ciccio De Marco. Di Ciardullo si sono lette: Jennaru, Za Rosa, Moni ca s’è guastata la muntagna e Calavrisi jettati la sarma; di Ciccio De Marco: Natale e Povara socra. La seconda parte ha dato luogo alla rappresentazione della commedia in programma: Pinu’ di Francesco De Marco, nipote di Ciardullo (il nonno) e di Ciccio De Marco (lo zio). “Francesco De Marco – si rileva da un breve commento sui Social – ha dato un nome alla dea della provvidenza in Calabria in questa sua commedia in vernacolo dal titolo “Pinù “.Come nella migliore tradizione teatrale calabrese di cui l’autore è degno erede (è il nipote di Ciardullo ) con leggerezza si affrontano e si mettono in scena tematiche che inducono a riflettere su aspetti, purtroppo, sempre attuali”. La Commedia “ Pinu’ “, rigorosamente analizzata dal compianto Prof. Giulio Palange (Ricercatore e Studioso di Antropologia, di Tradizioni letterarie calabresi e di Teatro Dialettale). “L’ opera teatrale “Pinù” si svolge in un atto unico in vernacolo calabrese, precisamente dialetto cosentino presilano. Pinù, personaggio solo nominato sulla scena ma inesistente tra i personaggi, rappresenta per tutti la speranza e l’ancora di salvezza alle proprie necessità a cui tutti i personaggi anelano rivolgersi al fine, appunto, di risolvere i loro problemi. Il Personaggio “Pinu’“, tra solidarietà effimera e promesse facili,abbandona il paese Ma Pinù, all’alzarsi della tela, dopo aver dispensato a tutti aiuti e solidarietà, ha lasciato il piccolo paesino dove l’amica Marietta l’aveva ospitata per qualche tempo, senza dare più notizie di sé. Ma i personaggi, ancora bisognosi di aiuto, la cercano e opprimono la povera e semplice Marietta, locandiera del bar del paesino, al fine di poter rivedere e riincontrare Pinù. Marietta, però, non riesce a dare loro alcun conforto in quanto neanche lei sa dove Pinù si trova e quando ritornerà . I personaggi, spinti dall’ansia e dalla crescente necessità di risolvere i loro problemi esistenziali, affliggono a tal punto Marietta che questa, stanca dall’insistenza sempre più forte di sapere dove Pinù fosse finita, chiude il bar e sparisce dalla situazione. La sparizione di Marietta trascina ancora di più i personaggi in cerca di Pinù nella disperazione. Essi, ritrovandosi tutti, e inconsapevolmente, davanti al bar di Marietta, entrano in conflitto tra di loro e si contrastano l’un l’altro perché ognuno cerca di nascondere all’altro il vero motivo di essere lì davanti al bar di Marietta, per ipocrisia, vergogna e gelosia. Ma quando la piazzetta antistante il bar è ormai deserta, Marietta, accortasi che davanti al bar c’è solo il Professore ( personaggio ex machina, fuori dal contesto della storia, filosofo e visionario), rientra in scena e ritorna al suo bar. Nel paesino, pensano, che le l’influenza di “Pinu’”possa risolvere ogni problema Con il Professore lei si confida e racconta la sua vicenda con Pinù e con i personaggi (di quest’ultima in cerca). Il Professore le consiglia di assecondare le richieste dei suoi avventori e dire loro che Pinù sta per tornare e che presto sarà di nuovo nel paesino e risolverà i problemi di tutti. Ciò in quanto, a detta del Professore, la speranza non deve mai mancare, a prescindere se poi la promessa data avrà luogo o non. Il motto del Professore è: “prometti e dai speranza!” La vera solidarietà, alla fine, si ritrova tra i protagonisti, allorquando su Pinu’ cala il… sipario Ma il Professore non convince la semplice Marietta che vede in tutto questo quasi un inganno e una presa in giro ai danni di chi soffre per i propri problemi. I personaggi in cerca di “Pinù” tornano ancora da Marietta, la circondano e, ormai esasperati e senza speranza, vorrebbero costringere Marietta a chiamare forzatamente Pinù. Marietta, non trovando altra soluzione, si dilegua all’interno del bar. I personaggi cadono ora in una profonda crisi esistenziale e uno di essi, Carlino,che vive in maniera più drammatica la sua situazione di disoccupato, sul culmine dell’esasperazione ostenta a tutti una pistola e decide di spararsi. Ma l’intervento tempestivo di Marietta ferma il tragico accadimento, tra i personaggi colti dal panico e dal terrore. Marietta si ricrede e constata, rivolgendosi immaginariamente al Professore, che senza speranza non ci si può salvare, se non si vedono vie d’uscite. Decide, così, di mettere in pratica il consiglio del Professore. Marietta si rivolge ai personaggi, ancora stravolti, e annuncia loro la venuta imminente di Pinù. Marietta e la sua affermazione liberatoria: “Basta alle Promesse e alle Speranze…” I personaggi, allora, riacquistano, pian piano, coraggio, speranza e voglia di vivere e, ringraziando Marietta per la sua intercessione, tornano a casa pieni di speranza e di serenità. A questo punto, Marietta, rivolgendosi al Professore, che rientra sulla scena, gli chiede fino a quando si dovrà promettere per dare speranza, senza una vera certezza. Il professore risponde, in versi, che ciò sarà necessario fino a quando le piaghe della società e del malaffare e del malcostume perdureranno. Marietta irrompe con una forma di incitazione popolare: “Fino a quando non diciamo tutti:“Basta alle Promesse e alle Speranze!”, adducendo ad una sorta di liberazione generale da un potere corrotto che corrompe e inganna! Il significato vero della Commedia di Francesco De Marco:”Teatro Metaforico e Allegorico” E su questa battuta di chiude il sipario. “La commedia Pinu’ è in stile farsesco e non si presenta in forma drammatica o seriosa. Però la commedia, sia pur scritta in dialetto calabrese e i personaggi ostentino un fare e un dire paesano, non risulta nel suo complesso opera interamente popolare, per via della sua trama. La storia spinge verso un teatro di pensiero, verso una drammaturgia dove il senso ultimo è filosofico e ideologico. Dove i personaggi, sia reali che astratti, sono personaggi di idee e non di concretezze. Si potrebbe affermare che, in questa commedia, il linguaggio dialettale e alcune caratteristiche dei personaggi, ispirati alla tradizione “popolare e dialettale del teatro in vernacolo, ” sono presenti casualmente ma non riescono a dare all’opera quel carattere completo ed esaustivo di “teatro popolare”. L’autore, un pò come usa fare nelle sue commedie, prende a prestito il linguaggio dialettale ma non rimane nel contesto di una drammaturgia davvero popolare. Lo definirei “teatro metaforico e allegorico”, dove la parola, pur intensa e precisa, non rimane in una dimensione realistica”. Da Casali del Manco (CS), 14.01.2019