Milano. Inaugurata una nuova struttura per senzatetto in via Giorgi

Una micro comunità con 25 posti letto che diventerà una casa per chi non ha un tetto ed è costretto a vivere per strada. È stata inaugurata in via Giorgi 31 una struttura di proprietà comunale che verrà gestita, per conto dell’Amministrazione, da Fondazione Progetto Arca, vincitrice dell’avviso pubblico. Si tratta di uno dei tasselli della riorganizzazione del sistema di accoglienza per i senza dimora annunciata dal Comune e che prevede un ampliamento dell’offerta in termini quantitativi, ma anche il miglioramento in termini qualitativi del servizio. Affacciato sul parco di Trenno, lo stabile si sviluppa a piano terra ed è organizzato in una zona giorno per le attività di comunità, comprendente sala TV e sala da pranzo con adiacente cucina, dove i pasti saranno portati direttamente dalla cucina centrale di Progetto Arca di via Agordat. La zona notte è organizzata in cinque camere, allestite con comodini e armadi per gli effetti personali degli ospiti. I bagni comprendono sette servizi igienici e quattro docce. C’è infine lo spazio lavanderia, il magazzino e i locali degli operatori e dei volontari di Progetto Arca. “Il Comune di Milano – dichiara l’assessore alle Politiche Sociali, Salute e Diritti Pierfrancesco Majorino – mette in campo uno sforzo pari nella gestione del problema di chi è costretto a vivere per strada. Con l’apertura di questa e di altre micro comunità, facciamo un passo ulteriore, promuovendo un cambiamento negli interventi di prima accoglienza, privilegiando una logica non più emergenziale nella pianificazione e inserendo ogni iniziativa all’interno di un percorso individuale personalizzato. Lo facciamo collaborando con il Terzo Settore che in questa città si è sempre dimostrato volenteroso e attivo”. “Non un dormitorio ma una vera e propria casa per chi vive in strada – spiega Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca -. L’obiettivo per ogni singolo ospite è riscoprire il valore della relazione e recuperare un ruolo attivo a livello sociale, ritrovando così le competenze e l’autonomia necessarie per reinserirsi nella società puntando a trovare un lavoro e una casa. Nel grande piano dell’accoglienza, è questo un progetto ‘anello’ che dal dormitorio porta alla casa”. Sono sei – per un totale di oltre 75 posti – le piccole comunità di questo tipo che saranno aperte già da questo inverno sul territorio comunale e che rimarranno aperte in modo permanente. Si tratta di luoghi di accoglienza di piccole e medie dimensioni dove i senza fissa dimora vengono accolti in maniera continuativa, non solo di notte. La struttura, dunque, rappresenterà per loro una sorta di casa da gestire in comunità e con l’aiuto degli operatori presenti in maniera fissa. La riorganizzazione del sistema di accoglienza prevede, oltre alle micro comunità, altre nuove modalità di ospitalità: circa cinquanta posti in Housing first e housing led: questo tipo di accoglienza è dedicato prevalentemente ai cosiddetti irriducibili, coloro che hanno sempre rifiutato l’ospitalità nei centri e che ormai da molto tempo vivono in strada. Questa soluzione identifica la casa come punto di partenza per avviare un percorso di inclusione sociale. In sostanza, la persona verrà ospitata in un appartamento e inquadrata all’interno di un progetto personale che prevede che venga seguito da un tutor che lo accompagni nel prendersi cura della casa e nel reinserimento lavorativo. macrostrutture collettive: le strutture attualmente esistenti – che mettono a disposizione circa 500 posti in modo permanente – modificheranno completamente il loro funzionamento trasformandosi da semplici dormitori notturni in luoghi aperti tutto il giorno e che coinvolgano gli ospiti in diverse attività, comprese quelle di manutenzione e cura degli ambienti.