Lappano (CS), Seminario Informativo sulla Castanicoltura in Calabria: Criticità e Prospettive del Comparto

Gli esperti: “Il Castagno Prezioso per la Tutela e Conservazione della Biodiversità”

Uno Scorcio di Castagneto

La Comunità di Lappano (CS), comune di circa 1.000 abitanti adagiato in un’area pedemontana della Sila,ha ospitato, nei giorni scorsi, un riuscito incontro tecnico-divulgativo, che s’è svolto presso la sala consiliare dell’Ente locale, vertente su: “Seminario Informativo sulla Castanicoltura in Calabria: Criticità e Prospettive del Comparto”. All’apertura dei lavori sono stati registrati gli indirizzi di saluto dei titolari dei due Organismi che hanno reso possibile la organizzazione del seminario. Il commissario straordinario del Comune di Lappano, Gianfranco Rovito, ha annunciato, nel suo breve intervento, di voler promuovere ed organizzare una serie di incontri tecnici rivolti agli operatori agricoli su attività produttive di sicuro interesse per il comprensorio: Viticoltura,olivicoltura, coltivazione del fico.

Pianta Centenaria di Castagno

Da parte sua,il commissario straordinario ARSAC, Stefano Aiello, ha colto l’occasione per illustrare ai convenuti il ventaglio dei servizi offerti dai tecnici a supporto dell’agricoltura calabrese. Il Seminario, tra le altre testimonianze e adesioni, ha fatto registrare la presenza dei rappresentanti delle Organizzazioni Professionali Agricole: Confagricoltura (Paola Granata), Coldiretti (Mario Ambrogio). Diversi i castanicoltori intervenuti e molto interessati all’argomento alcuni giovani che hanno seguito l’incontro. Quadro delle Problematiche e delle Principali Criticità del Comparto Castanicolo   Non è di oggi, ma viene da un passato che richiama forti esodi di risorse umane e competenze soprattutto dalle aree interne. La grave crisi del settore  in Calabria, presenta alcuni elementi di criticità che stentano ad essere rimossi, anche se alcune iniziative sono state avviate per operare il risanamento fito-sanitario dell’impianto castanile a livello regionale. E’ legittima la preoccupazione che, da tempo, aleggia tra  i produttori  per l’invadente e dannosa presenza del Cinipide Galligeno del castagno.

Vecchia Casella nel Castagneto

Da svariati anni si cerca una ‘terapia’ d’urto per arrestare la progressiva irreversibilità dell’abbandono dei siti produttivi. La necessità di puntare alla razionalizzazione, per  renderla più incisiva, e su larga scala, la lotta biologica e le corrette cure agronomiche del castagneto.Queste sono tutte partite che hanno un rilevante peso sull’intero sistema castanicolo, la cui ‘sofferenza’, in diversi distretti, è molto evidente. E’ l’intreccio dell’incidenza di queste problematiche che suggeriscono agli Organismi pubblici, presenti sul territorio e con possibilità d’intervento sul Comparto specifico, a promuovere ed organizzare iniziative, a valenza seminariale, con precipue finalità di formazione e informazione ma anche di confronto sullo stato del Comparto. Sta maturando la consapevolezza che solo la puntuale conoscenza di una determinata problematica può suggerire  interventi idonei ad affrontarla, meglio se con spirito e capacità sinergiche.

Un Frutto Ricercato:la Castagna, Regina delle Aree Interne

Le produzioni di castagne si sono ridotte in Calabria di circa il 90% negli ultimi anni e più precisamente da quando si è diffuso il Dryocosmus kuriphilus. Ciò – sostengono gli esperti del comparto – si è verificato in un periodo di forte crisi economica in cui gli agricoltori hanno sempre maggiore difficoltà a fare reddito, i costi di produzione sono spesso maggiori ai prezzi di vendita. Non è possibile tralasciare questa situazione soprattutto in una regione come la Calabria in cui l’agricoltura ha una notevole importanza nello scacchiere economico-produttivo. Essendo il castagno – riferiscono i tecnici dell’ARSAC Calabria – una coltura diffusa nelle zone interne collinari e montane, la crisi del settore comporta grandi problemi occupazionali contribuendo allo spopolamento di queste zone. Non possiamo dimenticare il ruolo di sentinella dell’agricoltore ed il degrado dei castagneti potrebbe far venire meno la salvaguardia dell’ambiente, la tutela del paesaggio, la manutenzione del territorio. Da questa scenario è facile capire come mai si verifichino più frequentemente frane e smottamenti anche in funzione di precipitazioni molto abbondanti a seguito dei cambiamenti climatici.

Il Valore Paesaggistico-Ambientale del Castagneto

 Gli Interventi Tecnici a Cura dei Divulgatori Agricoli dell’ ARSAC della Regione Calabria.  Antonio Scalise, Divulgatore Agricolo dell’ARSAC Ha illustrato come il cinipide causi sulle piante di castagno delle galle che riducono la superficie fotosintetizzante della pianta, che, di conseguenza, cresce meno e si indebolisce, diventando più sensibile agli stress biotici e abiotici. Anche per questo motivo diventano ancora più necessarie le giuste cure agronomiche, iniziando dagli adeguati piani di concimazione e dai necessari tagli di potatura, non dimenticando però che il materiale di risulta non deve essere né rimosso né bruciato nelle zone dove sono stati effettuati i lanci dell’antagonista poiché la larva del Torymus rimane nella galla fino alla primavera dell’anno successivo, o di quello dopo. Scalise, oltre ai suggerimenti tecnici per la corretta gestione dei castagneti da frutto,ha riferito sull’importanza del lavoro svolto dall’ARSAC nel recupero e conservazione del germoplasma castanicolo regionale presso il campo catalogo di Sersale (CZ). Vincenzina Scalzo, Divulgatore Agricolo dell’ARSAC Si è soffermata sulle caratteristiche strutturali della castanicoltura calabrese concentrata nella fascia pedemontana compresa tra i 600 ed i 1200 m s.l.m. con   impianti ultra-secolari in cui sono presenti spesso esemplari maestosi. Il sistema castanicolo  è composto da migliaia di piccoli e piccolissimi produttori (spesso anziani) e a volte non identificabili come imprenditori agricoli e decine di commercianti-mediatori,poche forme associative,pochi  Impianti di lavorazione  e trasformazione.

Castagne nei Ricci

Molte aree produttive sono state abbandonate,anche a causa delle problematiche fitosanitarie vecchie (Cancro corticale, Mal dell’inchiostro) e nuove (Cinipide galligeno, marciumi dei frutti). Ha parlato, inoltre, dell’impegno dell’ARSAC nel contrasto al cinipide con la lotta biologica e nell’attività di formazione-informazione rivolta ai castanicoltori. Riprendendo l’illustrazione di come si sia messo in atto in Calabria il controllo biologico con i lanci del parassitoide a partire dalla primavera 2012, ha sottolineato come sia ancora necessario continuare con i lanci e con le giuste cure agronomiche per altri 3-4 anni per poter vedere dei risultati soddisfacenti. Il patogeno – ha sostenuto Vincenzina Scalzo – si sarebbe introdotto in Italia nel 2002 attraverso l’importazione del materiale di propagazione infetto. Dopo ben 10 anni dall’introduzione, sono iniziati i lanci del Torymus sinensis, antagonista del cinipide introdotto in Italia proprio per fronteggiare questo grande problema. Scalzo,infine,  si è soffermata sull’importante ruolo che il castagno ha nella tutela e conservazione della biodiversità, tematica a cui la Comunità Europea guarda con molta attenzione. Infatti sono molte le specie insetticole che hanno il castagno come ospite. Marcello Bruno, Divulgatore Agricolo ARSAC L’intervento è stato incentrato sulla presentazione dei progetti in cantiere sul comparto castanicolo e della frutta in guscio in generale (noce, mandorlo) che vedranno l’ARSAC partner di importanti Istituti di ricerca nazionali che lavoreranno su aspetti innovativi legati alla trasformazione e valorizzazione dei prodotti.

Castagne Appena Raccolte

Indicazioni e Buoni Auspici per una Castanicoltura di Qualità  Per poter arrivare alla ripresa delle produzioni castanicole in Calabria, diverse sono state le indicazioni tecniche ed operative che sono emerse dal Seminario. Ad esempio, grazie ai lanci degli antagonisti del cinipide molte regioni hanno riportato le produzioni quasi ai livelli precedenti la diffusione del cinipide. La Calabria può perseguire analogo obiettivo. E’ stato,altresì, auspicato un adeguato potenziamento del Servizio Fitosanitario della Regione Calabria, organismo giudicato strategico per fronteggiare determinate emergenze fitosanitarie,che non riguardano unicamente il castagneto. Riflessione a Margine di un Importante Seminario sul Comparto Castanicolo  La Calabria e la Campania – per restare sul filo dell’attualità in una visione più ampia – non hanno ancora ottenuto grandi risultati, sul fronte del risanamento. Le regioni in questione detengono la maggiore superficie castanicola in Italia. C’è ancora tanto lavoro da svolgere e soprattutto sarà necessario evitare d’incorrere in taluni contrattempi che negli anni passati hanno rallentato la parassitizzazione del Torymus.

Dalle Castagne Secche a Tanti altri Prodotti d’Eccellenza di Filiera

E se il castanicolture, in una situazione di scarsa produzione e di difficoltà a fare reddito con il castagneto,non volesse investire in esso con le corrette cure agronomiche, deve pensare che ne va del futuro del castagneto stesso. In quest’ottica sicuramente potrebbe essere incentivato a non abbandonare il castagneto con delle misure di finanziamento che potranno essere previste nel PSR. L’augurio – è stato riaffermato a Lappano (CS) – è quello di avere nel breve periodo un ripristino delle produzioni di qualità e che, attraverso l’associazionismo tra produttori, coadiuvato da adeguate politiche di marketing, si possa parlare, nelle prossime occasioni d’incontro, di problematiche di mercato e non più di criticità o allarmi fitosanitari. Da Casali del Manco (CS), 16.12.2018