Blocco Diesel: le case automobilistiche dopo lo scandalo emissioni

Il blocco Diesel è iniziato il 1 ottobre nella pianura Padana, una delle zone più inquinate d’Italia, e coinvolge 4 regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Da quando è avvenuto lo scandalo Dieselgate 3 anni fa, ci sono stati dei cambiamenti che hanno riguardato le case automobilistiche. Ma il diesel non è il responsabile principale dell’inquinamento atmosferico, come invece si è portati a pensare, quindi il blocco delle vetture diesel risolve il problema solo in minima parte. Blocco-diesel-dieselgate

Dieselgate: cosa è cambiato

Lo scandalo ha riguardato la falsificazione dei dati delle emissioni di auto a motore diesel di note case automobilistiche. Queste hanno manomesso i dati sulla dispersione delle PM10, ossia il particolato, nell’ambiente al fine di passare i test di omologazione, garantendo così prestazioni elevate a favore di un maggiore inquinamento. Sono trascorsi tre anni e il mercato dell’automobile è cambiato notevolmente. In particolare è stata avviata una svolta decisa verso le alimentazioni più green. Dunque a favore di modelli ad alimentazione ibrida o anche elettrica plug-in: questi sono sempre più al centro del progetto della mobilità dei prossimi anni, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti nel traffico cittadino. Passiamo la parola a Matteo Grignani di Grignani Srl, gruppo di concessionari auto Pavia e Vigevano, per capire come si è innovato il mondo delle quattro ruote negli ultimi anni: “Già da tempo il problema delle emissioni è al centro dell’attenzione dei media. Sono nate e si continuano a sviluppare diverse soluzioni per ridurre l’impatto ambientale: plug-in Hybrid, motori elettrici, ottimizzazione e riduzione dell’inquinamento dei motori benzina e Diesel. Tutto ciò per offrire le migliori soluzioni per una mobilità sostenibile. Oggi disponiamo di un’offerta di motori efficienti per limitare le emissioni e ridurre i consumi, ad esempio i motori Diesel BlueHDi e SkyActive, che sono in grado di ottenere il migliore rendimento possibile da una minima quantità di gasolio bruciato. In generale, le motorizzazioni Diesel hanno una resa di combustione superiore ai motori benzina che permette loro un rapporto consumi/emissioni di CO2 più basso a potenza equivalente. I problemi rimangono per i motori diesel vecchi, non conformi ai nuovi standard. Col tempo però la quantità di macchine diesel al di sotto dell’Euro 4 è destinata a scomparire e ad essere rimpiazzata da quelli nuovi, riducendo le emissioni in atmosfera.” grignani-concessionaria-auto-pavia-vigevano-milano-concessionari-mahindra-citroen-macchine-usate-autosaloni-multimarche-21

Blocco diesel: emissioni PM10 Diesel a confronto con caldaie a gasolio

Oltre al blocco diesel, è in vigore anche il divieto di superare la temperatura di 19 gradi nelle abitazioni e negli esercizi commerciali e il divieto di utilizzare sistemi di riscaldamento domestico a legna non efficiente. Uno studio sull’inquinamento da PM10 in Lombardia, regione in cui frequentemente viene superata in molte aree la soglia massima ammessa, ha rivelato che la maggior causa di origine e dispersione di queste particelle è data dalla “combustione di biomasse legnose” (quindi stufe a pellets o legna). Queste ultime contribuiscono per il 45% alle polveri sottili diffuse nell’aria. I motori diesel contribuiscono per il 14%, e un altro 13% è dato da particelle che si staccano dalle pastiglie dei freni e dagli pneumatici. Per la maggior parte l’inquinamento dovuto al riscaldamento domestico è attribuibile soprattutto agli apparecchi più vecchi, quali caminetti aperti e stufe tradizionali che spesso sono poco efficienti e disperdono molto PM10. Per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città è necessario focalizzare l’attenzione non solo sul concetto di mobilità sostenibile, ma anche su quello di riscaldamento sostenibile.