Il concorso abilita circa 1750 guide turistiche esaminate solo sulla regione Puglia

Apprendiamo con piacere – afferma Adina Persano, Presidente dell’Associazione Nazionale Guide Turistiche – che l’esame di guida turistica in Puglia, indetto tra varie difficoltà nel 2016, e realizzato quest’anno si sia finalmente concluso. E’ doveroso, però, come associazione professionale sollevare delle questioni elementari quanto scontate sul significato di questo concorso e sul quadro, sempre più confuso, che si prospetta per il futuro della guida turistica. Si può considerare un successo questo esame pugliese che ‘sforna’ circa 1750 nuove guide? Il punto è legato ai suoi presupposti ed esiti. L’entusiasmo mostrato dai rappresentanti della Regione contrasta con il vero status quo: quante delle guide che hanno superato l’esame apponendo delle crocette su quiz (già noti, come da prassi, assieme alle risposte) attinenti al mondo pugliese e con una prova scritta in lingua (neppure una verifica verbale) sono effettivamente pugliesi? La ricaduta dell’esame si avrà nella valorizzazione beni della Regione Puglia? La risposta è nota: come si sa e si sottolinea anche attraverso i social, moltissimi dei partecipanti all’esame hanno risposto ai quiz sulla Puglia ma di fatto eserciteranno altrove, in Calabria, nel Lazio, molti proprio in Campania e tanti promettono nei famosi scavi di Pompei. Magari improvvisando delle competenze, (il livello culturale di ogni singola guida lo possiamo solo immaginare) visto che non sono certo state verificate in sede di esame. Ci sorgono spontanee altre domande quindi: E’ sufficiente il sistema di quiz per affermare che sappiano effettivamente svolgere il lavoro di mediazione con il territorio? E soprattutto è giusto alimentare l’ambiguità di un titolo acquisito in una Regione per poi lavorare in un’altra? La Regione Puglia pur accogliendo la creazione della figura della guida turistica nazionale ha voluto comunque proporre un esame che riguardava solo il mondo pugliese. Ci si domanda perché? L’alto costo di accesso all’esame? Ma non solo- sostiene Adina Persano per l’ANGT- tutto questo va a minare la professionalità della guida turistica, la dequalifica se per lavorare in Campania o in altra regione non è necessario superare un esame sulla qualità della propria preparazione. Un fatto che si tradurrà in atti concreti: le nuove guide probabilmente pur di entrare nel mercato diverso da quello dove hanno ricevuto il titolo saranno tentate ad accettare compensi bassi, ad essere quindi sottopagati, per garantirsi un accesso che prima non era possibile. Si disegnano così davanti ai nostri occhi – conclude Adina Persano – orizzonti che non sono tra i più rassicuranti. Questo atto della Regione Puglia, come quello del prossimo concorso siciliano, vanno solo nella direzione di un depauperamento e di un declassamento del profondo valore della figura della guida turistica che dovrebbe mediare e raccontare con competenza il proprio territorio, non basare solo sulla propria individuale cultura la qualità del lavoro finendo per improvvisare le proprie conoscenze su quella realtà. Ribadiamo quindi la necessità di porre e risolvere a livello nazionale, con il Governo, la questione della guida turistica, sospesa da troppo tempo, con leggi chiare, procedure limpide e coerenti per far sì che l’Italia, ricca di arte e cultura, abbia il suo gruppo di competente guide turistiche che rilancino territori e l’economia del paese.