I grillini cedono all’Europa: spazzato via il reddito “elettorale”

Il G20 a Buenos Aires è stata una nuova occasione di incontro per il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Un incontro a quattro insieme al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e al commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici. “Sta continuando il dialogo con l’Unione europea” ha provato a spiegare il premier grillino. “Il dialogo procede in un clima sereno: ci stiamo confrontando in maniera molto costruttiva, molto aperta, stiamo valutando vari scenari”. In realtà lo scenario è uno solo: la manovra va riscritta. Non c’è margine di trattativa se si vuole evitare la procedura d’infrazione. L’Unione Europea otterrà l’abbassamento dell’asticella del deficit/Pil almeno al 2% invece del 2,4%. I grillini chiedono un 2,1% ma alla fine dovranno rinunciare al reddito “elettorale”, la promessa del reddito di cittadinanza. Nessuna manovra del Popolo. Il rallentamento del Pil (in negativo nel terzo trimestre) potrebbe portare a raggiungere quel 2,9% di deficit previsto dalla Commissione se non si mettesse un freno alla spesa. Conte ha escluso la questione di fiducia sul ddl Bilancio per non irritare Bruxelles. Intanto gli industriali chiedono al governo “buon senso e pragmatismo” riequilibrando la manovra. Con il Pil in calo e l’economia in frenata, c’è il rischio di una recessione, ha denunciato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. “Potremmo tornare alla crisi, i dati ci dicono che ci stiamo avviando verso una fase di decrescita tutt’altro che felice”.