Napoli, la grande bellezza

“Me frustra vixisse videar! Spero che non sembri che ho vissuto invano!”. Sono più le volte che questa meravigliosa città è menzionata per le piaghe della criminalità e degrado che per le sue grandi doti di umanità e accoglienza. Arrivare a Napoli si viene “ rapiti “ immancabilmente da un fortissimo turbinio di emozioni, ma anche dal gran vociare che s’ode da ogni via di questa meravigliosa città. Napoli bisogna viverla per poterla amare, bisogna lasciarsi prendere dalla sua magia, dalla sua storia, dalla sua cultura, dal suo immane patrimonio artistico! E conservarla poi nel cuore fino al prossimo ritorno, perché ci sarà sempre, per tutta la vita. La maniera più bella per approcciarsi con la città di Napoli è quella di visitarla a piedi, calarsi tra la sua gente: i napoletani! E non esiste al mondo gente così affabile e disponibile, cortese, migliore di questa …. Ma soprattutto. Ascoltarli per coglierne la vera essenza di un linguaggio che si presta da se alla migliore loquacità, toccare con mano quanto amanti siano della vita, di quella vita che c’è in quel – tu – della battuta repentina, dell’allegria, dell’ilarità. Ma anche della loro inventiva quotidiana di – farsi la giornata- anche se il lavoro non c’è…E’ una grande menzogna quella di avere inculcato alla gente che a Napoli si corre sempre il rischio d’essere rapinati, non è assolutamente vero, contrariamente questa gente è cordiale con il visitatore, è disponibile, lo accoglie e lo mette a proprio agio. Ma Napoli è un mare che cangia continuamente e repentinamente le tonalità dei suoi colori tanto da ammaliare e incantare con le sue bellezze, i lunghi Corsi, le piazze una più bella dell’altra, i monumenti, i luoghi d’incontro, i palazzi, Spacca Napoli, Corso Umberto, Piazza Plebiscito, Galleria Umberto e il Cristo Velato, tanto per citarne qualcuna. Non solo questo, la vera meraviglia e la vera magia: è la sua gente, la musicalità del linguaggio, la filosofia del napoletano, la sua maniera di approcciarsi, il suo grande amore per la bellezza in se, dell’Arte, per la musica. Andare a Napoli significa anche andare incontro alla vita come dovrebbe in realtà essere; ma significa fare conoscenza, incontrare persone squisite come Rubino Ciro che sin da piccolo ha seguito il papà Rubino Giuseppe nell’arte della ristorazione: il pizzaiolo! Che lo steso ha fatto conoscere all’estero, uno dei pionieri della divulgazione della pizza napoletana, in patria e all’estero, che è una sacralità. Ciro, terza generazione, adesso gestisce la pizzeria di famiglia “O Scugnizzo “assieme alla sua Signora Castaldi Immacolata e ai figli: Giuseppe e Fiorinda. Sedersi al tavolo di questa semplice e accogliente pizzeria, significa gustare la vera cucina napoletana, pietanze squisite e superlative preparate dalla Signora Immacolata, ma anche gustare la Regina di Napoli – Margherita – preparata amorevolmente da Ciro. Entrando e sedendosi in questa pizzeria si viene accolti da un’aria di grande familiarità, che il personale di servizio sa come espanderla, ed è sempre pronto a soddisfare ogni richiesta del cliente nei limiti del possibile; in questa pizzeria, o meglio nella pizzeria di Ciro entri cliente e vai via da amico, un amico da ricordare, un motivo in più per farci ritorno. Non sempre accade in altri casi, ma qui in casa Rubino è una consuetudine, e tanti turisti dopo anni ci ritornano, mai restando delusi. Questo è un traguardo, quando c’è un ritorno! E Ciro è a questo che mira, al “ ritorno “ poiché questo significa progressione, futuro per il Nome, per i suoi figli, la futura generazione che traghetterà la pizzeria nel futuro. L’ospite gusterà oltre che le ottime pizze, la variegata cucina partenopea, ma preparata alla stessa maniera della casalinga, come la mitica genovese, il buon pane, l’ottimo pesce. Ma una visita da Ciro non si riduce, esiste anche il tempo del colloquio all’eloquenza dell’umano rapporto tra culture e provenienze diverse, e Ciro è lì col suo sorriso e volto benevolo come quello di un amico che poi purtroppo una distanza lo dividerà.