Al prof. Antonio Pugliese assegnato il Pericle d’oro 2018

Il Pericle d’oro 2018 per la Cultura è stato assegnato al prof. Antonio Pugliese (docente dell’Università di Messina) per essersi distinto, non solo nell’ambito della ricerca scientifica e accademica, ma soprattutto per la sua vena umanistica, coniugando i diversi campi del sapere. Il premio “Pasquino Crupi” per la Cultura, nell’ambito del “Percile d’oro 2018” è stato assegnato al prof. Antonio Pugliese (ordinario di Clinica Medica Veterinaria, Università di Messina). È un riconoscimento che testimonia la passione per la cultura, nel suo significato originario, di uomo teso a coltivare i diversi campi del sapere, con lo sguardo e con il pensiero rivolto all’esperienza umana. In questa luce si apre e si definisce il rapporto con il tempo e con lo spazio, in cui la pratica della cultura interroga, trasforma ed evolve la conoscenza ed abbraccia la ricerca scientifica e la tradizione nelle sue diverse declinazioni, attraverso le forme espressive, materiali e intellettuali. Pericle La cerimonia di consegna si è svolta al castello feudale di Ardore (antico borgo nel territorio della Locride), in un contesto suggestivo ed evocativo. La serata è stata presentata dalla giornalista Rai Simona Rolandi e dalla segretaria del premio Elvira Avagliano. Il premio è curato dal circolo “Ellade” fin dal 1986, grazie all’impegno e alla passione del fondatore e presidente del  Pericle d’Oro, Domenico Savica. Fin dalla nascita  l’intento della manifestazione è stato quello di mettere in luce le personalità e i talenti calabresi che si sono distinti in Italia e nel mondo per professionalità e creatività, come nel caso del premio per la Cultura intitolato allo studioso e scrittore Pasquino Crupi, di cui è stato insignito il prof. Pugliese “per i traguardi professionali e il prestigio raggiunti nella professione, che ha contribuito a segnare  un’importante pietra miliare nel cammino dell’Umanità verso il Progresso”. In particolare, come è riferito nella motivazione per il conferimento, il riconoscimento al docente universitario, è stato attribuito “non solo come docente e ricercatore di alto livello, ma anche come intellettuale e studioso delle tradizioni e della storia della Calabria”. Pericle Il prof. Antonio Pugliese (originario di una località del Vibonese, Brattirò di Drapia, a cui è rimasto molto legato), è tra i pionieri della Pet Therapy in Italia ed ha assunto diversi incarichi nell’ambito della sua attività scientifica e accademica, ricoprendo per diversi mandati la carica di presidente della S.I.SVet (la Società italiana delle Scienze Veterinarie più antica e prestigiosa d’Italia). Ha una vasta produzione editoriale di carattere scientifico su riviste specializzate. Nello specifico si è dedicato alla ricerca sulla terapia con gli animali, e questa sua sensibilità l’ha profusa nella sua attività di ricerca sul campo confluita in molti articoli e nei diversi testi sulla Pet Therapy (si ricordano il manuale “Pet Therapy. Strategie e linee guida” Armando Siciliano Editore, Messina 2012) con diverse edizioni, e l’ultimo “Pet-Therapy. Interazione uomo-animale” edito dalla Le point Veterinarie Italie, 2017). Tra gli altri libri di carattere scientifico si ricordano anche “Nduja. Antropologia, Storia, Tecnologia di un salume calabrese”. Pericle E’ da oltre dieci anni che il prof. Pugliese si dedica con passione alla scrittura letteraria. Si è distinto per aver dato alle stampe due libri che raccontano le vicende del padre, una di testimonianza e di memoria, “Mio padre nel lager”, mentre l’altro “L’artista solitario” rievoca l’esperienza del padre attraverso le sue sculture. Questa vena creativa e di scrittore emerge soprattutto nel libro “La civiltà contadina in Calabria (Calabria letteraria editrice, Soveria Mannelli 2016), in cui racconta la civiltà contadina con un taglio antropologico-narrativo, e in “C’erano una volta le lucciole. La profezia di Pasolini”, un saggio scritto a quattro mani  (Calabria letteraria editrice, Soveria Mannelli, 2016), con un taglio editoriale innovativo, perché all’approccio scientifico viene unito quello letterario. In questi lavori si è definita, in modo sempre più spiccata, questa vocazione alla cultura umanistica, non tralasciando l’impronta scientifica, che ritroviamo anche in ricerche come “Il vino da simbolo di comunione ad antico rimedio terapeutico” (in “Vino e salute: dalla civiltà antica ad oggi, ETS 2018); in “La Medicina Veterinaria Unitaria”, Fondazione Zooprofilattiche” Brescia 2014; in “Onomasticon di Giulio Polluce, 178 al 170 d.C.” (diretto da Paola Colace Radice, in pubblicazione con l’Accademia dei Lincei) e nella sua attività anche di Editor: “Dietro le quinte” raccolta di poesia di Emanuele Cardia; “Ricordando Franco Monti”, “La Medicina Veterinaria Unitaria”, Fondazione Zooprofilattiche Brescia 2014; Ricordando Orazio Catarsini e Tino Santoro e gli scritti ritrovati. Per queste sue attività è stato insignito del premio Il Telaio (agosto 2016) Rombiolo (VV); del premio “Giordano Bruno” (Messina , marzo 2017); e del premio “Bertrand Russell”  Ai Saperi Contaminati (novembre 2017, Reggio Calabria). Pericle Pugliese