Sulla Tav cade il Governo Conte: Matteo Salvini non ci sta

Il Governo Conte è già a rischio. La fragile alleanza legastellata si spacca sulla Tav. Infatti il premier si è accodato al diktat grillino. Gli uomini di Beppe Grillo vogliono bloccare l’alta velocità Torino-Lione. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ci sta. “Occorre andare avanti, non tornare indietro”. “C’è da fare l’analisi costi-benefici. L’opera serve o no, costa di più bloccarla o proseguire?”. Secondo l’unico vero leader del Governo le grandi opere vanno tutelate: la Tap, la Pedemontana, il Terzo Valico”. Giuseppe Conte ha dovuto rispondere a chi lo ha accomodato a palazzo Chigi. I pentastellati temono di crollare avendo promesso alla base giacobina no all’Ilva, no alla Tap e no alla Tav. Stop alla Torino-Lione. Il costo dell’annullamento dell’operazione sarebbe, secondo i 5stelle, “solo” di 800 milioni di euro di fondi da restituire all’Europa. Il vero pericolo è di uno scontro con la Francia, che potrebbe chiedere risarcimenti per la decisione italiana di bloccare i lavori. Sul contratto di governo siglato da M5s e Lega la chiusura dell’alta velocità non è menzionata. Il vice ministro dei Trasporti, il leghista Edoardo Rixi, sottolinea in un’intervista a La Stampa come il suo partito fosse convinto “che loro (il M5s, ndr) volevano ridurre i costi, risparmiare per ricavare risorse da utilizzare in altri investimenti: sui treni locali, ad esempio. Cosa ben diversa è invece bloccare un’opera che consideriamo strategica per l’Italia”. La decisione di Conte è arrivata come un fulmine a ciel sereno.