Malta non vuole i migranti su Lifeline. Matteo Salvini chiude i porti

Nuova guerra alle navi delle Ong cariche di migranti. “La disumanità di Malta è lo specchio dell’atteggiamento dell’Europa”. Sono le parole del ministro Danilo Toninelli nell’annunciare che l’Isola ha rifiutato la richiesta della Capitaneria di Porto dell’Italia di prestare aiuto alla Lifeline, con a bordo 239 migranti. “Malta non ha coordinato le operazioni di soccorso, né siamo l’autorità competente a farlo”, ha replicato un portavoce del Governo della Valletta in merito alla vicenda Lifeline. “Secondo il comando generale del corpo delle capitanerie di porto di Roma – ha aggiunto – le ricerche e il soccorso della nave sono avvenuti tra la Libia e l’isola di Lampedusa. Inizialmente le operazioni sono state gestite dal Coordinamento italiano, con le autorità della Libia che si sono assunte la responsabilità dei salvataggi”. L’Ong è al centro delle polemiche dell’imbarcazione. L’organizzazione non governativa ha assicurato che “la nostra nave batte bandiera olandese”, mostrando un documento con scadenza il 19 settembre 2019 in cui si evince che Amsterdam è il porto “di casa”. “In Europa c’è libertà di parola e Matteo Salvini ha il diritto di dire cose del genere, ma stiamo lavorando seguendo le leggi internazionali”. Sono state le dichiarazioni a Radio Capital di Axel Steier, portavoce di Lifeline, in risposta al vice premier, che aveva chiesto l’arresto dei membri dell’equipaggio della nave Lifeline. “Al momento siamo a metà strada fra Libia e Malta, la situazione è tranquilla, la gente ha avuto coperte, cibo e assistenza medica dai nostri medici e infermieri. Non abbiamo feriti gravi. Speriamo che la situazione si risolva presto”, ha auspicato Steier. Ma da parte sua il leader della Lega ha chiuso i porti italiani alle navi delle Ong dichiarandole illegali. Pertanto l’Europa dovrà anche questa volta farsi carico dei migranti. In Italia le politiche sono cambiate. Il partito di via Bellerio è fedele agli impegni presi: i migranti devono essere rispediti a casa. In subordine devono essere fatti arrivare nelle diverse Nazioni. Non può essere solo l’Italia la frontiera dell’Europa.