Matteo Salvini provoca un incidente diplomatico con la Tunisia

Matteo Salvini è in campagna elettorale permanente. Ma come ha ricordato Bobo Maroni, adesso è un Ministro della Repubblica, in quanto tale non può fare il capo popolo. L’ambasciatore italiano in Tunisia, Lorenzo Fanara, è stato infatti convocato al ministero degli Esteri di Tunisi dopo le ultime dichiarazioni del ministro dell’Interno. Un vero e proprio incidente diplomatico. Al rappresentante italiano è stato espresso “profondo stupore” per le parole del vice premier sul dossier immigrazione. Le frasi del titolare del Viminale “indicano una conoscenza incompleta dei vari meccanismi di coordinamento esistenti tra i servizi tunisini e italiani”. Il comunicato evidenzia la preoccupazione della Tunisia di dialogare con il nuovo governo italiano al fine di promuovere la cooperazione, le relazioni amichevoli e strategiche tra i due Paesi. Il Ministro Salvini ha incaricato l’ambasciatore italiano di informare le autorità tunisine del fatto che le sue “dichiarazioni sono state riportate fuori contesto”, nonché di essere “pronto a sostenere la cooperazione” tra Tunisia e Italia nel suo settore di competenza. Dopo la convocazione dell’ambasciatore italiano, Salvini si è detto anche pronto a fissare un incontro. Da parte mia c’è “la più ferma disponibilità a incontrare nel più breve tempo possibile il mio omologo tunisino per aumentare e migliorare la cooperazione nel reciproco interesse sul fronte sicurezza, immigrazione e contrasto al terrorismo”, ha affermato il leader della Lega. “La Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti”. Queste le parole usate dal ministro dell’Interno Matteo Salvini interpellato sui casi di intemperanza, registrati nei centri di accoglienza, che avrebbero tra i protagonisti migranti tunisini. “Non mi sembra che in Tunisia ci siano guerre, pestilenze o carestie”, aveva accusato il leader leghista facendo capire che per loro non ci saranno chance di ottenere asilo politico e quindi un rapido ritorno in patria.