Il Pd al voto con Paolo Gentiloni premier ma si va verso la scissione

La scissione del Pd è all’ordine del giorno. Walter Veltroni vede all’orizzonte nuove divisioni. “Io non credo che ciò che faticosamente abbiamo unito sia arrivato a compimento, né che quelle tradizioni politiche debbano riconoscere di non essere più in grado di coesistere”. Il primo segretario del Pd lancia l’appello a non affondare la nave che già perde acqua da tutte le parti. Il sospetto degli uomini di Renzi è che gli ex ds vogliano “rifare la Ditta” in caso di sconfitta al congresso. Il leader fiorentino dal canto suo sarebbe pronto a fare un partito “di ex democristiani”. Nella prossima assemblea nazionale i democratici dovranno decidere se convocare le primarie per il nuovo segretario. Al Nazareno serve evitare la conta. Maurizio Martina lavora ad un accordo per rimanere fino al 2019, ma Matteo Renzi avrebbe già respinto la proposta al mittente. “Lo strumento più idoneo per scegliere il segretario è il congresso” precisa Ettore Rosato. In caso di primarie ad ottobre la reggenza passerebbe a Matteo Orfini. Il candidato renziano per le primarie non c’è. Si ipotizza che Matteo Renzi voglia riprovarci. Sull’assemblea incombono le sorti di un possibile Governo . Si andasse al voto a settembre o comunque a breve Paolo Gentiloni dovrebbe correre per Palazzo Chigi. Tutto rimarrebbe congelato anche se la scissione è nei fatti e la resa dei conti rischia di essere traumatica nelle urne.