Ritorna la sibilla delle erbe Sonia Baldoni e scopre una goccia di paradiso

Ritorna la “Sibilla delle erbe” Maria Sonia Baldoni e scopre una “goccia di paradiso” nella fattoria didattico-sociale “Junceum”. L’occasione un percorso per la raccolta e il riconoscimento delle erbe autoctone spontanee, ideato e curato nell’ambito di un progetto dell’Istituto alberghiero Ipseoa “E. Gagliardi”. Ne nasce un amore a prima vista tra la Baldoni e la realtà fiorita grazie al lavoro di recupero e di inclusione compiuto dal presidente Michele Napolitano e dall’associazione di volontariato “La Goccia”.

Sonia Baldoni Sonia Baldoni

C’è un mondo da scoprire che è sotto i nostri occhi. E la natura lo dona in modo spontaneo. Chi segue il cammino e la ricerca di Sonia Baldoni ne coglie la ricchezza e l’importanza. E’ l’esperienza che hanno vissuto gli allievi della classe “II D” dell’Ipseoa “E. Gagliardi” (nei giorni scorsi, venerdì 6 aprile) nell’ambito del progetto “Le erbe spontanee: usi antichi e moderni nella tradizione culinaria regionale” ideato e curato dalle docenti Ernesta Pasquale (Scienze della Terra e Biologia) e Tinuccia Consoli (Materie letterarie). Ad accompagnare gli allievi, oltre alla responsabile Pasquale, le docenti Maria Mesiano (Scienze dell’Alimentazione) e Caterina Pugliese (Sostegno), supportate dalla naturopata Caterina Modafferi (responsabile per la Calabria della rete delle “Case delle erbe” organizzato dalla in tutta la Penisola).

Quello di Maria Sonia Baldoni, definita “sibilla delle erbe” è un ritorno a Vibo Valentia, in quanto anche lo scorso anno è stata ospitata nell’ambito dello stesso percorso formativo promosso dall’Istituto “E. Gagliardi”. Impegnata ormai da diversi anni con il progetto “Casa delle erbe” e ispirata dalla figura e personalità di santa Ildegarda di Bingen, riconosciuta da Papa Ratzinger “Dottore della Chiesa” grazie alle sue cure con erbe e cibo e al suo sapere medico e botanico, l’insegnamento della Baldoni si basa sul riconoscimento pratico, a partire dalla storia, dall’uso antico all’uso attuale, delle piante spontanee autoctone, mettendo a disposizione gli strumenti per laboratori e formando persone che a loro volta saranno in grado di diffondere la conoscenza pratica e l’utilizzo delle erbe. In questo percorso, la Baldoni coniuga la conoscenza scientifica ad un sapere tradizionale; e si avverte una forte impronta spirituale che si genera attraverso una ricerca culturale che penetra dentro la memoria intima dei fenomeni con i quali si esprime l’infinito linguaggio naturale del creato, come le erbe e le piante.

In questo nuovo incontro, la raccolta e il riconoscimento si sono svolti nella fattoria didattica “Junceum”, che ormai da diversi anni è contrassegnata da un percorso di recupero e tutela dell’ambiente rurale, ma anche di inclusione sociale. Ad accogliere la Baldoni, gli allievi e i docenti, il presidente Michele Napolitano. Presentando la fattoria, ha spiegato che si tratta di una realtà premiata a livello nazionale per le buone pratiche agricole, sia per la certificazione biologica, ma in particolare per quanto riguarda l’attività che rientra in un settore innovativo che, negli ultimi tempi, sta avendo sempre più attenzione da parte del mondo medico, quello dell’agricoltura sociale. La fattoria infatti è la sede operativa dell’associazione di volontariato “La Goccia”per favorire l’inclusione di soggetti con disagio, operando una importante forma terapeutica con l’attività rurale. Si riscopre così un dialogo smarrito, con significativi riflessi nella qualità della vita sotto il profilo umano e nelle relazioni sociali.Questa ritrovata armonia produce degli effetti positivi anche per i bambini, sempre più lontani dalla natura. Ristabilire un dialogo in un ambiente naturale e salutare, che disintossica dalle tossine di un modello sempre più artificioso e alienante, come sta accadendo alle nuove generazioni,risucchiati dentro il vortice dei social media e delle nuove tecnologie, crea un incontro con la bellezza del creato, che si esprime in modo spontaneo e immediato. L’interazione con le piante, con gli animali e la bellezza del paesaggio,diventa un’alta forma educativa sotto il profilo pedagogico, oltre a innescare processi conoscitivi e cognitivi di incomparabile valore (la scoperta dei neuroni specchio ha aperto questa corrispondenza ignota). Maria Sonia Baldoni per questa sua sensibilità e passione per il mondo delle piante, da diverso tempo si dedica ad una serie di incontri, rinnovando la tradizione tipica della cultura contadina. Questo antico sapere adesso è supportato da conoscenze scientifiche che hanno fatto emergere le virtù e le proprietà delle piante. In diversi momenti la Baldoni ha sottolineato che il ritorno alla terra e la riscoperta delle piante, può creare stati emotivi ricche di risonanze benefiche attraverso la percezione visiva delle forme e dei colori, ma anche olfattive, con i profumi e gli odori. Raccogliere le erbe spontanee ha ribadito, significa “fare una esperienza di guarigione”; farlo “in questa fattoria per me è una gioia immensa – ha sottolineato – perché insegnare ai ragazzi il riconoscimento delle erbe ha anche un enorme valore di carattere sociale”. E ha aggiunto: “È una gioia immensa da condividere in tutta Italia, nei posti dove vado per la formazione”.

Sonia Baldoni Sonia Baldoni

La riproposizione dell’esperienza progettuale all’interno dei percorsi educativi e formativi di cui sono protagonisti gli allievi dell’istituto Ipseoa “E. Gagliardi”, sostenuto dal dirigente scolastico Carlo Pugliese, ha dato la possibilità alla Baldoni di ammirare la bellezza paesaggistica della fattoria didattica “Junceum”, una “goccia di paradiso” l’ha definita, per la cura e l’amore che si colgono associato al valore dell’azione sociale che si sta promuovendo. Per questo, al presidente Napolitano, ha proposto che sia sede privilegiata per altre importanti esperienze di cui fa parte la rete nazionale delle “Case delle erbe”, con la promessa che in estate, a luglio, sarebbe ritornata per fare una nuova raccolta, in modo tale che questa esperienza di agricoltura sociale venga conosciuta a livello nazionale. “Mentre camminavo – ha infine confidato – mi è venuta un’idea: unire l’esperienza con altre realtà. C’è una forte richiesta per questa economia sostenibile in tutta Italia dove non c’è assolutamente bisogno di alcun investimento. Alla via delle erbe sarebbe interessante unire la via del pane, con la quella abbiamo aperto un progetto europeo (“Il forno di Vincenzo”). Anche la panificazione è uno degli interventi di guarigione”, ha infine ribadito, con la speranza che si avvii un interscambio con la sua terra funestata dal terremoto. La località dove vive si trova nei monti Sibillini marchigiani, Amandola, in provincia di Fermo.

Anche il presidente Napolitano ha auspicato che cresca e si sviluppi la cultura del benessere attraverso “la riscoperta delle piccole e semplici cose partendo dall’ambiente, dalla natura e dall’amore verso al terra, come avviene attraverso la raccolta e il riconoscimento delle erbe spontanee”, grazie alla “speciale” sensibilità umana e amore di Sonia. Dopo la fase dedicata alla raccolta e al riconoscimento delle erbe la Baldoni, in qualità di esperta, ha guidato i ragazzi alla classificazione, distinguendo le piante commestibili da quelle curative, quelle che si possono mangiare crude, in insalate, da quelle cotte, con la catalogazione nei rispettivi cartelloni e schede. Il giorno successivo, guidati dal prof. Fausto Raniti, gli allievi della IV G, hanno preparato dei cocktails con ortiche e menta, e realizzato un primo piatto cotto al flambé, con le erbe raccolte, formaggio caprino, pancetta e peperoncino.

Sonia Baldoni