A Laura Delli Colli conferito il titolo di Accademico d’Onore dell’Accademia Albertina di Torino

Vera pasionaria del cinema italiano e promotrice della sua qualità anche all’estero”, ha così affermato il direttore dell’Accademia Albertina di Torino, Salvo Bitonti, commentando il riconoscimento a Laura Delli Colli, del titolo di Accademico d’Onore dell’Accademia di Belle Arti Albertina di Torino, che sarà  conferito nella Sala del Tempio del Museo Nazionale del Cinema, il prossimo 13 aprile, a Torino. Laura Delli Colli, nata in una famiglia di storici direttori della fotografia del cinema italiano, riconfermata per la quarta volta, alla giuda del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Direttore Responsabile di Cinemagazine, in oltre quarant’anni di giornalismo, per gli Spettacoli de “La Repubblica”, dopo gli esordi nella redazione dell’Agenzia Adn Kronos, poi come inviato speciale di “Panorama”, è anche autrice di saggi, interventi e libri, dedicati a protagonisti del cinema come Monica Vitti e Ferzan Ozpetek e di una serie di successi editoriali nella fortunata serie “Il gusto del cinema” presentata ogni anno in una nuova edizione a partire dal 2002. Infaticabile animatrice culturale, non solo attraverso i Nastri d’Argento, il più antico riconoscimento del cinema italiano, che ogni anno vengono assegnati a Taormina, ma, nel mondo dei festival e delle rassegne, non ultima Cinema Italian Style, prestigioso appuntamento promosso da Luce Cinecittà con l’American Cinematheque, che lancia ogni anno a Los Angeles il film italiano scelto per la ‘corsa’ agli Oscar. L’Accademia prosegue così, dopo l’annuncio del Diploma Honoris Causa a Luca Guadagnino, che al regista di “Chiamami col tuo nome”, protagonista recentemente anche agli Oscar, nel sottolineare la sua attenzione al mondo del cinema, ai suoi protagonisti, a chi, in questo caso sul fronte della promozione e della comunicazione, ne esalta qualità e valore anche nel mondo. Il titolo onorifico, in passato, è andato a Carla Fracci, al principe Amyn Aga Khan, a Pietro Grasso, a monsignor Giancarlo Ravasi.