Bitcoin in difficoltà ma i big puntano sul settore delle criptovalute

Il mondo delle criptovalute è salito su un’altalena mediatica. A trascinarlo il Bitcoin. Il trader e più in generale la persona esperta di economia e finanza è cosciente che il mercato è in movimento, ci sono dei movimenti verso l’alto o verso il basso. Il Bitcoin non è esente da questa altalena. La sua crescita esponenziale negli ultime mesi ha acceso i riflettori dei media. Così il grande pubblico è stato coinvolto in una sorta di bitcoinmania. Ora però che il suo valore scende è iniziata la corsa a denigrare la criptomoneta. Dove sta la verità? Basta leggere criptovalute24 per farsi un’idea di Bictoin, comprendere realmente cos’è e cosa c’è da aspettarsi.

Criptovalute e Unicef

I grandi continuano a scegliere le criptovalute, segnale che questo settore non è affatto da demonizzare. L’Unicef ha promosso, infatti, una raccolta fondi per dare aiuto ai bimbi della Siria. Ma la novità è nella ‘moneta’ usata per le donazioni: è una criptovaluta. L’organizzazione della Nazioni Unite ha chiesto, in pratica, agli appassionati di eSport, ai gamer, a tutti coloro che possiedono una potente scheda video, di dare supporto nella generazione di Ethereum. Il progetto si chiama Game Chaingers e si concluderà il 31 marzo 2018.

L’Unicef sottolinea come ben 8 milioni di bambini siriani sono coinvolti nella crisi umanitaria. I sostegni economici sono risicati ed è importare reperire fondi per offrire una vita dignitosa ai bimbi siriani. Game Chaingers è stato sviluppato come alternativa alle classiche donazioni. La criptovaluta è generata avvalendosi delle schede video installate nei computer degli utenti.

Chi intende prendere parte deve fare il download e configurare il software di mining Claymore per Windows o Linux e schede video NVIDIA o AMD. Si può disattivare il tool in qualsiasi momento. Gli Ethereum saranno aggiunti in automatico al portafoglio elettronico di Unicef. Il consumo di energia elettrica è ridotto. Un’intera giornata di mining con una GeForce GTX 970 consuma più o meno 160 Watt pari a meno di un euro di costo.

Ethereum è ad oggi la seconda criptovaluta in termini di capitalizzazione, dopo Bitcoin. A differenza di Bitcoin, non richiede hardware dedicato (ASIC), ma per il mining è possibile utilizzare un “pool” di schede video di fascia media e alta, come AMD Radeon RX 470/480/570/580/R9 390 e NVIDIA GeForce GTX 970/1080.

Cripotovalute e Samsung

Il primo venditore di chip al mondo è Samsung. L’azienda coreana ha acquisto la leadership per i processori montati nei PC, nei server e nei dispositivi mobile. A rafforzare questo segmento ci sarà la produzione di chip anche per minare criptovalute come Ether e Bitcoin. La multinazionale potrebbe anche entrare nella produzione delle schede grafiche specifiche ASIC (Application Specific Integrated Circuits). Sono i circuiti integrati creati per sbloccare i codici criptati delle valute elettroniche. Samsung andrebbe così a fare concorrenza alle cinesi Bitmain e Canaan Creative.

Samsung punta decisamente sul settore delle criptovalute, che ha prodotto un’elevata richiesta di schede grafiche. Sono aumentate le richieste delle GPU (Graphic Processing Unit) di fascia alta. Molte di quelle schede montano già dei processori Samsung. L’obiettivo sono le ASIC, molto più costose di una scheda generica. L’hardware tuttavia non funziona al meglio con Ether, il cui algoritmo necessita di un consumo di memoria maggiore, che sovente le ASIC non riescono a supportare. Samsung comunque si sta attrezzando. Segnale anche questo che di Bitcoin e valute sorelle si sentirà parlare ancora a lungo.