Milano. Il programma di febbraio in Palazzina Liberty

Il mese di febbraio si apre in Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame a Milano venerdì 2, ore 21:00, con il pianista Maximilian Trebo nel recital “Brahms e il Romanticismo tedesco” per il progetto Boethius a cura di PianoFriends. Ventunenne di Bolzano, vincitore di concorsi internazionali fra cui il Piano Talent di Milano e il Münchner Klavierpodium der Jugend di Monaco di Baviera, Trebo eseguirà la Ciaccona in re minore di Bach nella trascrizione per pianoforte di Ferruccio Busoni, le Variations Sérieuses di Mendelssohn e la Sonata n. 1 di Brahms.

Per “Un sì dolce morire.. Musica intavolata per liuto e voce nel Cinquecento italiano”, secondo appuntamento della serie “Sul palco della Risonanza”, sabato 3 febbraio, ore 18:00, si ascolteranno i madrigali di Vincenzo Capirola, Josquin des Prés, Philippe Verdelot e Hayne van Ghizeghem nell’interpretazione di Jason Marmaras, accompagnato da Paul Beier ai liuti rinascimentali. Dalla stagione da camera di Milano Classica domenica 4 febbraio, ore 10:45, Michele Fedrigotti al pianoforte e Federico Bagnasco al contrabbasso eseguiranno musiche di Paul Hindemith, Hans Werner Henze, Luigi Dallapiccola e Luciano Chailly nel concerto “Una relazione feconda. Ricerca e tradizione del ‘900 tra Germania e Italia”.

La Sala dei Tanti, storica ospitalità di Palazzina Liberty in Musica, torna in Largo Marinai d’Italia domenica 4 febbraio, ore 16:30, con lo spettacolo per le famiglie “Le note di Arlecchino. Canovaccio della Commedia dell’Arte”. Lo accompagna la Civica Orchestra di Fiati di Milano con l’esecuzione di brani di Claudio Monteverdi, Giovanni Gabrieli, John Dowland fra gli altri, nell’arrangiamento per quintetto di ottoni e percussioni a cura di Marcela Pavia. Firma la regia Gianni Coluzzi, qui anche in veste di attore nel ruolo di Arlecchino, insieme a Marta Annoni (Colombina), Marcella Bassanesi (strega) e Sasha Oliviero (capitano). La Commedia dell’Arte è patrimonio artistico riconosciuto all’Italia da tutto il mondo; gli attori de La Sala Dei Tanti la interpretano nel rispetto dei movimenti codificati nel Rinascimento.