Silvio Berlusconi torna eleggibile dal 17 novembre 2019

La presentazione delle liste elettorali scade oggi senza che la Corte dei diritti dell’Uomo si sia pronunciata sul ricorso di Silvio Berlusconi che chiedeva di tornare candidabile, contestando la propria estromissione in base alla legge Severino. Il nome di Berlusconi appare nel simbolo di Forza Italia ma non tra i candidati al Parlamento. Eppure esiste una possibilità che l’ex premier possa tornare a sedere alla Camera o al Senato nel corso della diciottesima legislatura repubblicana.

La legge elettorale prevede, infatti, che in caso di dimissioni di parlamentari eletti in collegi uninominali, per sostituirli si debba tornare a votare nel collegio rimasto senza rappresentante. L’articolo 86 della legge prevede che si vada subito alle urne, non oltre i novanta giorni dal momento in cui “per qualsiasi causa, anche sopravvenuta, resti vacante il seggio”.

É già successo nel 1997, quando il deputato del Pds Pino Arlacchi si spostò all’Onu, e alle “suppletive” nel collegio elettorale del Mugello si sfidarono per rimpiazzarlo Antonio Di Pietro e Giuliano Ferrara. Una situazione analoga potrebbe verificarsi se un seggio uninominale del Parlamento eletto il 4 marzo si liberasse dopo la sentenza di Strasburgo. Se i giudici europei avessero nel frattempo accolto il suo ricorso, Berlusconi potrebbe chiedere di scendere in lizza nelle “suppletive”.

La stessa cosa, qualunque sia la decisione della Corte dei diritti dell’Uomo, potrebbe comunque avvenire se il seggio uninominale si rendesse libero dopo il 17 novembre 2019, quando cesseranno (scaduti i 6 anni dalla sua decadenza da Palazzo Madama) gli effetti della Severino a carico del leader azzurro. L’interdizione dai pubblici uffici, disposta insieme alla condanna nel processo per i diritti tv, è già stata dichiarata estinta dopo l’affidamento ai servizi sociali.