Trump esclude Mosca e Pechino e impone il blocco navale a Kim

navi militari Usa

Una decisione presa senza consultare Cina e Russia. Donald Trump ha convocato 19 alleati USA e ha adottato il blocco navale della Corea del Nord, avviando controlli stringenti su ogni nave diretta a Pyongyang per impedire al regime di violare le sanzioni Onu sul suo programma nucleare e missilistico, impedendo il traffico di materiale bellico.

Non ci saranno interferenze con traffici marittimi legittimi ma saranno ostacolati gli scambi in mare nave a nave, come quelli testimoniati da foto satellitari tra petroliere cinesi e nordcoreane. Lo ha annunciato il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, a margine del summit in Canada cui non sono stati invitati né Pecchino né Mosca, ufficialmente in quanto si trattava di un vertice per i Paesi che nella Guerra di Corea (1950-1953) sostennero il contingente sotto egida Onu guidato dagli Usa, contro l’attacco del Nord, appoggiato da Mosca e Pechino.

Gli alleati hanno precisato di “non volere un cambio di regime o il collasso dell’attuale” in Corea del Nord ma solo che le sanzioni già in vigore “siano fatte rispettare”. Il tutto mentre il Pentagono ammassa uomini e mezzi nell’isola di Guam, sede della base aerea Andersen, la più avanzata per un’eventuale azione contro la Corea el Nord a soli 3.400 km da Pyongyang. Accanto ai bombardieri strategici già schierati, sono giunti 6 B-52, in grado di trasportare bombe nucleari e convenzionali, e 300 avieri dalla base di Barksdale in Lousiana, per sostituire i più moderni B-1B Lancer, che alla fine del mese torneranno alla loro base di Ellsworth in North Dakota. Sono giunti anche 3 bombardieri invisibili ai radar B-2 Spirith in grado di penetrare nello spazio aereo nordcoreano senza essere in alcun modo intercettati e sganciare, oltre ad ordigni nucleari, fino a 2 bombe ad alta precisione anti bunker GBU-57A/B “Massive Ordinance Penetrator” (MOP). Ogni Mop con 14 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale può distruggere centri blindati a grande profondità. Questi ordigni potrebbero distruggere i siti segreti dove il regime del dittatore Kim Jong-un sta sviluppando il suo programma nucleare e quello missilistico. Entrambi hanno raggiunto sviluppi rapidi: il 3 settembre è esplosa la prima bomba all’idrogeno (H) nordocreana e il 27 novembre è stato lanciato il missile balistico intercontinentale Hwasong 15 in grado di colpire qualsiasi città degli Stati Uniti d’America.

Il Pentagono valuta le opzioni di attacco. La principale in campo è “bloody nose” (“naso sanguinante”) ovvero colpire limitatamente Pyongyang come un pugno che non uccide un avversario ma si limita a fargli perdere sangue dal naso.