Aprire partita IVA: guida 2018 per i professionisti

I liberi professionisti che hanno dubbi sull’apertura della partita IVA potrebbero limitarsi lavorando con ritenuta d’acconto ma questa potrebbe essere uno svantaggio. Vi spieghiamo perché.

La ritenuta d’acconto o la partita IVA?

Online si legge spesso che per avviare la propria attività si può serenamente usufruire della ritenuta d’acconto. Tale regime fiscale però non deve essere mai utilizzato se non si rispettano delle regole ben precise come:

non bisogna superare i 5000€ di guadagni annui;

non si possono ripetere le prestazioni occasionali con uno stesso committente;

non bisogna superare i 30 giorni di collaborazione continuativa;

non bisogna superare i 2500€ di guadagni dello stesso datore di lavoro;

non bisogna lavorare continuamente ma solo occasionalmente;

non si deve pubblicizzare la propria attività (proprio perché occasionale non puoi cercare i clienti come un libero professionista!)

Leggendo i limiti appena descritti si può ben comprendere che aprire partita IVA è il passo fondamentale quando si decide di avviare una attività lavorativa.

Aprire partita IVA dal 2016 ad oggi

Vediamo nello specifico quali sono i regimi fiscali che si possono scegliere quando si decide di aprire partita IVA e in particolare analizziamo il regime forfettario. I regimi fiscali attualmente sono tre: il regime semplificato, l’ordinario e in sostituzione del vecchio regime dei minimi con una legge del 2016 è stato introdotto il regime forfettario. Abbiamo scelto di parlarti di questo regime fiscale perché è la scelta migliore, qualora è possibile attivarlo, per avviare la propria attività, grazie alle agevolazioni che prevede nella gestione fiscale. Il regime forfettario per la partita IVA prevede delle agevolazioni per le attività in fase di start up, nei primi cinque anni di vita. Non è però sempre possibile accedervi e bisogna rispettare un limite: il tetto massimo di guadagno annuo. A differenza del regime ordinario e semplificato il regime forfettario non permette di superare i 30.000€ circa annui. Non è sempre questo il tetto di reddito poiché lo Stato ha definito dei tetti di guadagni diversi in base alla tipologia di attività. Come capire questo tetto di guadagno? Semplicemente analizzando il codice ATECO dell’attività che si andrà a svolgere. Lo stesso codice, composto di una serie di numeri e lettere, definisce anche il coefficiente di redditività. La seconda caratteristica di questo regime è che non aggiunge l’IVA alle fatture e ai guadagni, non facendo neppure versare l’IVA ai suoi contribuenti. La mancanza di IVA significa che non è possibile scaricare nessuna spesa ma lo Stato ha pensato anche a questo inserendo, appunto, il coefficiente di redditività che indica un forfettario di spese da detrarre al reddito. Tale coefficiente non è altro che un forfettario definito dallo Stato in base all’attività di spese che si potrebbero sostenere. Questo coefficiente di redditività è utilizzato per definire la base imponibile su cui applicare l’imposta sostitutiva del regime forfettario che equivale al 5% nei primi cinque anni e del 15% negli anni successivi. In realtà esiste una spesa che si può detrarre: l’INPS in gestione separata. C’è l’obbligo, infatti, per tutti coloro che non hanno una cassa previdenziale di iscriversi alla gestione separata dell’INPS. La gestione separata viene sottratta all’imponibile definito dal coefficiente di redditività per il calcolo dell’imposta sostitutiva.

Come aprire partita IVA?

Definito il codice ATECO della propria attività si può procedere all’apertura della partita IVA secondo varie modalità:

direttamente all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate consegnando il modello AA9/12 e il documento d’identità;

tramite raccomandata a qualsiasi Ufficio dell’Agenzia delle Entrate;

attraverso la compilazione online.

È il modello AA9/12 che determina la vostra attività e le tasse che andrete a pagare nel corso degli anni, è dunque importante che  venga compilato nel migliore dei modi. Un aiuto per aprire partita IVA arriva da Fiscozen che si occupa direttamente di tutti gli aspetti della compilazione del modello AA9/12, definisce con te il miglior codice ATECO per definire la tua attività e ti aiuta a scegliere il regime fiscale adatto alla tua attività, gratuitamente e in sole 24h.

L’ultimo passo dopo aver aperto partita IVA

Ora che la partita IVA è stata aperta puoi procedere all’emissione delle prime fatture ma è necessario, entro 30 giorni dall’apertura della partita IVA registrarsi alla cassa previdenziale di riferimento. Questa varia in base all’attività professionale e qualora non fosse presente una specifica è necessario iscriversi alla gestione separata INPS. Perché scegliere Fiscozen per aprire partita IVA? Perché oltre all’apertura gratuita e in 24h della vostra partita IVA, avrete la possibilità di utilizzare una tecnologia unica che vi aiuterà a gestire in totale autonomia la vostra attività. Emettere fatture, gestire il pagamento delle tasse e anche analizzare i vostri fatturati sarà possibile tramite la piattaforma Fiscozen. Chiedi informazioni su come migliorare la gestione della tua attività. Scopri www.fiscozen.it.

economia