Pesca in Toscana: domanda di finanziamento

Armatori, pescatori, proprietari di pescherecci e operatori del settore ittico hanno tempo fino al 28 dicembre per fare domanda di finanziamento e investire in sicurezza, risparmio energetico, migliorare e razionalizzare la produzione e ammodernare le attrezzature. A mettere a disposizione oltre 1 milione di risorse complessive sono quattro bandi che la Regione finanzia grazie al Feamp, il fondo europeo attività marittime e pesca 2014-2020.

“La pesca e le attività ad essa collegate costituiscono un importante settore dell’economia toscana – spiega l’assessore Marco Remaschi – un settore che può avere ulteriore sviluppo ma che, per questo, deve saper trovare la capacità di innovare per restare competitivo sul mercato. E’ con questo obiettivo che la Regione sostiene le imprese, aiutandole ad ammodernarsi e a fronteggiare così le sfide che si giocano su un terreno sempre più globalizzato”.

Creare nuove attività correlate alla pesca (ristorazione, turismo, ecc.), migliorare le condizioni di salute e sicurezza nel lavoro, sostituire e ammodernare i motori dei pescherecci riducendo i consumi energetici, valorizzare i prodotti della pesca e ridurre i rigetti in mare per la salvaguardia degli stock ittici. Sono queste le finalità a cui puntano i bandi che vengono gestiti da Artea, il soggetto al quale deve essere indirizzata la domanda, entro le ore 134 del 28 dicembre 2017.

Diversificazione e nuove forme di reddito: contributi per i pescatori che intendono investire su nuove attività complementari come turismo con pesca sportiva, ristorazione, attività formative. Salute e sicurezza: contributi per interventi che migliorano salute e sicurezza, finalizzati all’ammodernamento delle flotte e migliorare le condizioni di lavoro degli addetti. Efficienza energetica e mitigazione dei cambiamenti climatici: finanziamenti per per sostituire e ammodernare i motori dei pescherecci. Valore aggiunto, qualità dei prodotti e utilizzo delle catture indesiderate: punta valorizzare, con interventi a bordo delle imbarcazioni, la parte sottosfruttata del pesce catturato e delle catture indesiderate, anche attraverso l’incentivazione della filiera corta ittica.

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