Palermo. Operazione dei Carabinieri nei mandamenti di San Lorenzo e Resuttana

Duro colpo a Cosa Nostra e ai suoi interessi nei mandamenti di Resuttana e di San Lorenzo. I Carabinieri hanno eseguito 25 cautelari a carico di altrettanti soggetti accusati di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento, ricettazione. L’indagine ha fatto luce su due famiglie malavitose e sui metodi usati per imporre il pizzo ai negozianti. La guida del mandamento era affidata a Maria Angela Di Trapani, consorte del potente boss Salvino Madonia, detta “a picciridda”,

Mariangela Di Trapani era stata arrestata nel 2008. Per l’Arma alla donna d’onore spettava la reggenza del clan mentre il marito, pluriergastolano, era detenuto al 41 bis. Portava all’esterno gli ordini che il boss impartiti dal carcere. Condannata a 8 anni, ha scontato la pena. Figlia del boss Ciccio Di Trapani, sorella di un altro boss, Nicola, era chiamata in famiglia “a picciridda”.

Il boss è moglie di Salvino, il sicario dell’imprenditore Libero Grassi. La donna attraverso i colloqui in carcere con il marito e i cognati Nino e Giuseppe, capimafia ergastolani, manteneva i contatti dei familiari con il mandamento di Resuttana, guidato dai Madonia dai tempi in cui a comandare era il suocero di Mariangela, Francesco. La Di Trapani avrebbe preso in carico la famiglia Madonia. Tra le decisioni veicolate all’esterno ci sarebbe stata quella di eliminare l’allora reggente di San Lorenzo Giovanni Bonanno, che, oltre a a fare la cresta sulle casse del clan, sarebbe avrebbe messo in giro la voce che il figlio di Mariangela e Salvino Madonia, Francesco, fosse frutto di un tradimento e non di un concepimento in provetta.

Bonanno scomparve nel gennaio 2006 e un mese dopo il boss Salvatore Lo Piccolo scriveva un pizzino a Bernardo Provenzano, ancora latitante. “Purtroppo non c’è stato modo di scegliere altre soluzioni. E a questo punto abbiamo dovuto prendere questa amara decisione”. Mariangela Di Trapani non è l’unica donna boss. Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, è stata arrestata nel 2013. Secondo gli investigatori “svolgeva un ruolo di raccordo con il fratello per scambi d’informazioni e per il coordinamento delle risorse economiche”.

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