Roma. La gang dei clonatori bulgari assaltava i bancomat del centro

Prendevano di mira i bancomat del centro storico di Roma. La banda dei clonatori bulgari è stata smantellata dai Carabinieri. Il loro business era internazionale tra Belize, Italia, Giamaica che aveva come terminale periti informatici dell’Europa orientale, in grado di trafugare anche le componentistiche originali necessarie a manomettere gli erogatori agli sportelli automatici.

I clonatori di carte di credito e bancomat sono stati debellati a conclusione dell’indagine Nettuno. Quattro gli arrestati, due residenti nel territorio di Anzio, uno rintracciato in Bulgaria e il quarto nella Repubblica Ceca. I Carabinieri sono arrivati a loro con la collaborazione dei colleghi dell’Antifalsificazione monetaria dell’Arma e di Europol. I reati contestati alla gang sono associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla clonazione di carte di credito previa captazione dei codici P.A.N. (Personal Account Number) e frode informatica, con impiego della carte clonate per effettuare prelievo di denaro contante nei Paesi esteri.

Tutto inizia dall’attività dei militari della stazione di San Lorenzo in Lucina, guidati dal comandante Tommaso de Simone, già a partire dal 2015. Uomini che ogni fine settimana fanno la “ronda” dei bancomat del centro in cerca di skimmer e altri stratagemmi applicati su video o tastiere degli sportelli automatici per carpire codici e identificativi delle carte. Di recente le bande della clonazione hanno lasciato il centro per spostarsi in altre zone più periferiche sempre ad alto impatto turistico.

Durante le indagini, portate avanti con metodi tradizionali, senza intercettazioni ma incrociando tabulati telefonici ed estratti conto con le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza interni alle banche, sono state registrate manomissioni di decine di sportelli bancomat e migliaia di denunce da parte delle vittime, con grossi prelievi di denaro o spese fraudolente effettuate all’estero, tra Belize, Indonesia e Giamaica. In questi Paesi, infatti, è possibile prelevare o fare acquisti con carte prive di microchip, ma con la semplice “strisciata” della card che diventa ancora più facile da replicare.

I militari hanno individuato negli ultimi quattro mesi la manomissione di almeno 17 sportelli bancomat della Capitale, la clonazione di 1.107, tra carte di credito e bancomat, con le quali sono stati eseguiti prelievi fraudolenti dall’Italia all’estero per 50 mila euro, cifra corrispondente a quanto si è riuscito ad accertare sulle sole carte di pagamento emesse da istituti di credito italiani.

I successivi approfondimenti, resi possibili grazie anche al supporto del Servizio Interbancario Cartasì, al contributo info-investigativo di Europol – quest’ultimo attivato attraverso i canali di collaborazione internazionale dal comando carabinieri Antifalsificazione Monetaria – nonché ai tradizionali servizi di osservazione, controllo e pedinamento svolti dai carabinieri di San Lorenzo in Lucina, hanno consentito di smantellare il gruppo criminale composto dai quattro bulgari che agivano in concorso con altri sodali di stanza in Paesi extraeuropei non identificati, specializzati nella manomissione di sportelli bancomat mediante l’installazione di sofisticate apparecchiature composte da microcamera per carpire i codici PIN e lettore di banda magnetica, capaci di immagazzinare anche i codici PAN impressi sulle carte di pagamento; clonazione di carte di credito e successivo utilizzo fraudolento, soprattutto all’estero.

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