Milano. A Casa Chiaravalle donne vittime di violenza e torture

Durante gli Stati Generali della Lotta alle Mafie, il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando e l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, hanno visitato Casa Chiaravalle. Il luogo scelto è uno dei simboli della lotta alle mafie in Lombardia e a Milano, dove il Comune attualmente conta 177 tra appartamenti, negozi e pertinenze un tempo luogo di attività illegali o patrimonio di criminali, oggi restituiti alla cittadinanza e utilizzati per attività sociali.

Sequestrata nel 2009 e confiscata nel 2012, Casa Chiaravalle ospiterà da marzo, grazie ai lavori della rete di imprese sociali Passepartout, le prime sessanta donne, italiane e straniere, vittime di violenza e tortura subite anche durante i flussi migratori. Così la villa appartenuta “al boss della zona”, arrivato a Milano dalla Calabria e arricchitosi con il traffico di droga, la messa in circolazione di banconote false e l’usura, diventerà un luogo di accoglienza. Un immobile sfarzoso, con arredi di pregio, marmi rosa e una sala da bagno di quasi 20 mq e vasca idromassaggio distrutta dopo il sequestro, diventerà luogo di vita, incontro, relazione e ricostruzione.

“In questo luogo – ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – utilizzato negli anni più recenti per attività culturali, tra cui il ‘Festival dei Beni confiscati’, iniziative di Libera ed accoglienza temporanea di persone in condizione di grave emarginazione, sorgerà una nuova esperienza, una sorta di condominio solidale, unico nel suo genere”.

Tre macro funzioni (socialità, agricoltura, accoglienza) e l’intreccio costante tra cultura della legalità – e quindi anche funzione “educativa” del luogo – e cultura della promozione della persona e dei diritti: ecco la cifra complessiva di una scommessa rilevantissima che vuole dimostrare come legalità e questione sociale siano facce della stessa medaglia.

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