Roma. A tre mila senza fissa dimora è stata riconosciuta l’iscrizione anagrafica

A 3 mila senza fissa dimora di Roma è stata riconosciuta per la prima volta l’iscrizione anagrafica. “La riforma delle modalità di iscrizione anagrafica per i senza dimora – spiega l’assessore Laura Baldassarre – costituisce un passaggio rivoluzionario per la tutela dei diritti e per l’accesso ai servizi. La registrazione all’Anagrafe rappresenta il primo e imprescindibile strumento per accedere ai diritti ed evita l’odiosa distinzione tra persone di Serie A e persone di serie B”.

“Il miglioramento è quindi enorme ed evidente: anche ai senza dimora viene assicurato lo stesso percorso già contemplato per tutte le altre persone, mettendo fine a misure che producevano una forte discriminazione in termini di diritti”. E aggiunge “Abbiamo restituito loro dignità. Con la nuova modalità nessuno di loro che era già iscritto ha perso la propria residenza né i diritti all’accesso ai servizi che questa comporta, come il medico di base e l’iscrizione alla scuola. Al contrario, c’è stato un forte avanzamento. Sulla base dei dati raccolti a partire dall’1 aprile – riferisce – e aggiornati al 31 ottobre 2017 scorso, presso tutti i Municipi sono state circa 3mila le persone senza dimora che in precedenza non erano registrate e a cui è stata riconosciuta, per la prima volta, l’iscrizione a Via Modesta tramite la nuova procedura. Si tratta di autentici invisibili che oggi godono degli stessi diritti delle altre persone. Potranno finalmente accedere ai servizi di cui erano stati sempre privati”.

Ogni Comune italiano ha un indirizzo anagrafico convenzionale per i senza fissa dimora, a Roma dal 2002 “via della Casa Comunale”, divenuto “Via Modesta Valenti”, in memoria di un’anziana homeless deceduta per omissione di soccorso. “Invito a evitare falsi allarmismi – conclude la Baldassarre – che impediscono di comprendere la portata della nostra riforma. Non si lucra sulla pelle delle persone. Mi auguro che tutti collaborino, con senso di responsabilità, affinché la riforma continui a produrre innegabili benefici. Non vorrei che un’autentica conquista sul terreno dei diritti fosse ostacolata per logiche di posizionamento politico e sulla base di obiettivi strumentali. Ci aspettiamo adeguato contributo da tutte le parti in causa, perché il rispetto e la dignità delle persone non sono negoziabili”.

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