Il 3 novembre esce “L’Ostaria delle Dame” di Francesco Guccini con i nastri di suoi tre concerti acustici registrati nei primi anni ottanta

Bologna. “L’Osteria delle Dame è chiusa da allora. A quei tempi ogni tanto sbucava da chissà dove una grossa pantegana che, fra le grida di tutti, si aggirava fra le sedie imperturbabile. Chissà se c’è un suo discendente che sbuca, si guarda attorno e si chiede dove sono finiti tutti quelli che c’erano”. È il ricordo di Francesco Guccini su l’Osteria delle Dame di Bologna da cui ha preso il titolo il suo nuovo lavoro, in uscita venerdì 3 novembre.

Questo progetto discografico nasce dal ritrovamento dei nastri di suoi tre concerti acustici inediti, registrati nei primi anni ottanta all’Osteria delle Dame di Bologna, il locale fondato dal cantautore assieme a Padre Michele Casali nel 1970. “Non ricordo come Michele si sia messo in contatto con me – ha aggiunto – Lo ricordo invece una sera a cena, a casa mia, borghese o con la bianca tonaca del domenicano. Ricordo però che si mangiò tutto un vasetto di funghi da me amorosamente raccolti e messi sott’olio”. Il cofanetto è disponibile in confezione deluxe con 6 cd (3 concerti del 1982, 1984 e 1985, un libro di 80 pagine con foto, la storia dell’osteria e un’introduzione di Francesco Guccini) e in 2 cd (selezione dai tre concerti e il booklet). “Vengo erroneamente considerato un esperto e frequentatore assiduo di osterie – ha riflettuto – In realtà sono state solo tre le osterie della mia vita bolognese e la prima fu l’Osteria dei Poeti, dove c’era anche un busto di Carducci appeso al muro perché pare che il poeta l’avesse frequentata”. “L’Osteria delle Dame” rappresenta un tassello della storia del cantautore che si aggiunge alla sua geografia della Bologna degli anni settanta e ottanta, una serie di brani da ascoltare tutto d’un fiato per essere catapultati in quel momento storico, con la voce di Francesco e la chitarra di Juan ‘Flaco’ Biondini. “L’ambiente dell’Osteria delle Dame era bello e caratteristico, un’ampia sala con una grande colonna portante al centro, panche addossate al muro e sedie di fronte a un palco, il banco del bar – ha accennato – Si fumava molto, non c’erano tavolini ma botti; c’era un’uscita di sicurezza, al piano di sopra dei bagni. Secondo le leggi attuali, ci avrebbero fatto chiudere il secondo giorno d’apertura”.

Il trasferimento diretto dai nastri magnetici ha mantenuto inalterata l’atmosfera dei concerti che si svolgevano in modo del tutto informale in un ambiente goliardico e creativo tra le risate e gli applausi del pubblico e degli stessi protagonisti. “Sono passati più di quarant’anni da allora – ha osservato – Viene un po’ di malinconia nel ripensare a quei tempi. Siamo invecchiati un po’ tutti, le ragazze d’allora sono sposate con prole, e ricorderanno quelle pazze serate in cui si tirava mattina con un po’ di magone. Molti ragazzi di quei giorni se ne sono andati per sempre, Michele, per primo”. L’Osteria delle Dame è chiusa dal 1985 ma riaprirà al pubblico dal 14 novembre, grazie all’opera di recupero di Andrea Bolognini che vi ha voluto creare un circolo, una casa della canzone d’autore. Per me e per i miei amici l’avventura durò tre anni, tra canzoni, forsennate partite a carte, discussioni, giochi, amori – ha concluso – Non ricordo bene ma un giorno si aprì una controversia relativamente al fatto che il nostro gruppo era numericamente più forte e unito di quello del frate ma Michele si presentò con duecento deleghe e vinse”.  Fra le canzoni che fanno parte di questo progetto ci sono “Canzone per un’amica”, “Bologna”, “Un altro giorno è andato”, “Autogrill”, “Canzone delle osterie di fuori porta”, “Canzone di notte”, “Auschwitz”, “Il vecchio e il bambino”.