I Nomadi tornano venerdì 27 ottobre con l’album “Nomadi dentro” con il nuovo cantante Yuri Cilloni che a molti ricorda Augusto Daolio

Milano. “Siamo tornati i Nomadi dei vecchi tempi, di quando era con noi Augusto: ora siamo i Nomadi fino in fondo, gli ultimi concerti ci hanno dato ragione e abbiamo riconquistato i fans”. È l’esternazione di Beppe Carletti, leader storico dei Nomadi, alla vigilia del nuovo album di inediti “Nomadi dentro” in uscita venerdì 27 ottobre. La grande novità è Yuri Cilloni, il nuovo cantante, che non fa rimpiangere Augusto Daolio. “È la cosa bellissima: è arrivato Yuri e sono tornati i Nomadi – ha accennato – Yuri a molti ricorda Augusto, non nella voce, ma perché è emiliano anche lui, si è preso la simpatia della gente, per il suo modo di stare sul palco e si emoziona quando canta, Nomadi a tutti gli effetti e ha 44 anni”. L’album è stato anticipato dal singolo “Decadance”. “È la danza della decadenza, quello che noi cantiamo, quello che ci circonda adesso, la guerra e quanto di negativo c’è – ha precisato Carletti – È una sorta di finestra aperta sul tempo che stiamo vivendo, dove egoismi, nazionalismi, razzismi, scavano un solco profondo che rischia di minare la società. In questo quadro desolante ci si continua a girare dalla parte opposta e a pensare che tutto questo, in fondo, non ci riguardi”. Significativo il titolo dell’album “Nomadi dentro”. “Veramente bisogna esser Nomadi dentro per essere riusciti ad andare avanti per 55 anni – ha riflettuto – Nessuno si azzarda più a cantare com noi, avere un cuore da nomade dentro, a 25 anni dalla morte di Augusto: proporre un tipo di canzoni per ricordarlo”. In questo disco i Nomadi hanno incontrato nuovamente Francesco Guccini autore del brano “Nomadi”. “Dopo 50 anni Francesco ci ha fatto questo bel regalo – ha sottolineato Carletti – Era dai tempi di ‘Dio è morto’, ‘Noi non ci saremo’, ‘Per fare un uomo’ che non scriveva per noi: è un omaggio che ci fatto, una canzone piena di verità e affetto in cui racconta come siamo, con gli occhi ricolti al futuro. Lo pensa lui e noi siamo contenti”. Un altro ritorno è quello di Alberto Salerno, autore di “Io vagabondo (che non sono altro)”, che quì ha firmato “Terra di nessuno”. “È forte come ‘Io vagabondo’ – ha fatto notare Beppe – Alberto ci ha dato questo testo quattro anni fa: è un suo omaggio per la stima che ha verso di noi. Alberto si è commosso quando l’ha sentita con la  musica scritta da noi. Protagonista è il vivere quotidiano, la difficoltà della vita, sospesa fra sogno e realtà, speranza con la stanchezza che sovrasta”. Il brano “Europa” affronta il tema scottante dell’unione degli stati europei. “L’Inghilterra che ha lasciato l’Europa non è stata una bella cosa ma in questo brano non abbiamo voluto calcare la mano – ha spiegato il musicista – Siamo stati leggeri, ma non possiamo dimenticare persone che hanno dato la loro vita per unire l’Europa ed è incredibile che ci sia qualcuno che la voglia dividere. L’Europa dei Popoli sbandierata con gli slogan ma che, nei fatti, si è trasformata in una Europa frammentata, capace di chiudere frontiere dove erano state abbattute e di schierarsi sempre dalla parte dei potenti. Per fortuna anche Matteo Salvini si è ricreduto e ora pare non vuole più uscire dall’Europa”. I Nomadi tengono almeno 80 concerti all’anno, riempiamo le piazze e prosegue intanto “La storia continua tour”, lo spettacolo che ripercorre le loro grandi canzoni; queste le prossime date in programma: il 27 ottobre a Mezzojuso (PA) in piazza Spallitta, il 25 novembre al teatro Alfieri di Asti, il 26 dicembre al Palalevico di Levico (TN) e il 31 in piazza del Popolo a Cesena (FC).