Annullata la condanna a Bruno Contrada, l’ex super poliziotto ha però già scontato la pena

Bruno Contrada ha avuto giustizia. La Corte di Cassazione ha revocato la condanna a 10 anni inflitta all’ex super poliziotto. Il numero due del Sisde venne accusato di concorso in associazione mafiosa. I giudici di Roma hanno accolto il ricorso di Stefano Giordano, legale di Contrada, che aveva impugnato il provvedimento con cui la Corte d’appello di Palermo aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di incidente di esecuzione. La Cassazione ha dichiarato “ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna”.

Bruno Contrada è stato un agente in prima linea contro la mafia a Palermo. Venne arrestato con l’accusa di concorso in associazione mafiosa la vigilia di Natale del 1992. In primo grado fu condannato a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto.

In Cassazione l’assoluzione fu annullata con rinvio e il processo tornò alla corte d’appello di Palermo che, il 25 febbraio del 2006, confermò la condanna a 10 anni. La sentenza divenne definitiva nel 2007.

Bruno Contrada, che aveva subito una lunga custodia cautelare in carcere, tornò in carcere. Il funzionario, tra il carcere e i domiciliari per motivi di salute, ha scontato tutta la pena.

Due anni fa la Corte Europea dei diritti dell’Uomo condannò l’Italia a risarcire il poliziotto, sospeso anche dalla pensione, ritenendo che Contrada non dovesse essere né processato né condannato perché all’epoca dei fatti a lui contestati il reato di concorso in associazione mafiosa non era “chiaro, né prevedibile”.

L’ex legale del funzionario tentò, invano, la strada della revisione che venne “bocciata” dalla corte d’appello di Catania. L’ultimo tentativo, quello dell’incidente di esecuzione, è stato fatto dall’avvocato Stefano Giordano che ha chiesto alla corte d’appello di Palermo, l’anno scorso, proprio alla luce della sentenza europea, di revocare la condanna sostenendo che prima del ’94, spartiacque temporale fissato dalla Cedu, non fosse possibile condannare per il reato di concorso in associazione mafiosa. La corte dichiarò inammissibile il ricorso.

La Cassazione, a cui Giordano si è rivolto, gli ha dato ragione e la condanna è stata revocata. Dal momento che Contrada ha scontato la pena gli effetti della pronuncia si ripercuoteranno, ad esempio, sulla pensione.