Pordenone, Rive apre i battenti, presentazione nella Capitale

Il futuro della viticoltura italiana si gioca nell’applicazione concreta dei risultati della ricerca scientifica, che ci consente di reagire ai rischi dei mutamenti climatici e, nel contempo, di dare garanzie al consumatore sulla salubrità dei prodotti alimentari”. Così afferma Attilio Scienza, Professore ordinario presso l’Università degli studi di Milano e uno dei massimi esperti al mondo di viticoltura, intervenendo a Roma alla presentazione di RIVE, la Rassegna Internazionale di Viticoltura ed Enologia che si terrà presso la Fiera di Pordenone dal 12 al 14 dicembre in contemporanea con Enotrend, un ricco programma di workshop e convegni. Rive ed Enotrend sono coordinate da un prestigioso Comitato Scientifico, di cui Scienza è Presidente.   “L’Innovazione genetica e la viticoltura di precisione – spiega Scienza – saranno tra i temi al centro della manifestazione. L’applicazione concreta della ricerca scientifica diventa così chiave di volta per riuscire a dare alla viticoltura italiana un nuovo futuro, che non sia rappresentato da vini da pochi centesimi alla bottiglia”. La ricetta, continua il Professore, è “partire da una corretta interpretazione della tradizione, concentrando l’attenzione su due nodi cruciali della filiera vitivinicola: le conseguenze del cambiamento climatico e le attese del consumatore. Per esempio – continua Scienza il miglioramento della vite, grazie alla decriptazione del genoma, ha aperto una nuova era per l’ottenimento di vitigni resistenti alle malattie crittogamiche”.   È proprio su questa visione, rispettosa della tradizione e fiduciosa nell’innovazione scientifica, che si è mossa Pordenone Fiere SpA nell’organizzazione della manifestazione, con l’obiettivo di contribuire al cambiamento di paradigma necessario per far crescere la competitività della viticoltura e dell’enologia italiana. “RIVE – commenta Scienza – sarà l’intermediario ideale tra i due estremi: da una parte le proposte del mondo della ricerca, dall’altra le aspettative del mondo operativo”.   La manifestazione, internazionale e capace di intercettare tutta la sapienza e scienza italiane nel settore vitivinicolo, offre alle aziende dell’intera filiera del vino, dal campo alla cantina, importanti possibilità di sviluppo e rappresenta una strategica occasione di supporto per l’industria di settore del Friuli Venezia Giulia e di tutta Italia. “RIVE – commenta Pietro Piccinetti, Amministratore Delegato di Pordenone Fiere – è un evento verticale, che parte dalla pianta della vite, la barbatella, e dalla sua coltivazione, passando da macchinari, prodotti chimici, attrezzature per arrivare fino in cantina, attraverso presse, vinificatori, tini, botti, lieviti e altri prodotti per la fermentazione, l’imbottigliamento e l’etichettatura. Questa manifestazione – continua Piccinetti – è un progetto unico, che riunisce tutta la filiera di produzione in un solo evento, come succede in Francia per VINITECH o SITEVI. Si tratta di un appuntamento del tutto diverso dagli altri eventi di settore che si tengono in Italia e si propone di colmare un vuoto fieristico, realizzando la prima vera fiera verticale sulla coltivazione della vite e la produzione del vino”. Il MADE IN ITALY del vino è un settore centrale per l’economia del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia intera. L’Italia è il primo Paese produttore di vino nel mondo ed occupa la seconda posizione come esportatore per volume e per valore (2016). Il settore vitinicolo occupa 1 milione 300 mila addetti, e conta 1807 imprese industriali. A queste vanno aggiunte 50mila aziende vinificatrici, per un totale in Italia di circa 640 mila ettari di superficie vitata (dati Ismea). I più coltivati tra i vitigni sono San Giovese, Trebbiano, Montepulciano, Glera, Pinot Grigio e Merlot. La produzione nazionale totale del 2016 ammonta a circa 50 milioni di ettolitri, di cui quasi 21 milioni destinati all’export, per un valore di 5,6 miliardi di Euro. Sul totale esportato, ben 14,1 milioni di ettolitri sono di vino a denominazione (DOP o IGP), con il Prosecco nettamente in testa con 2 milioni 648 mila 370 ettolitri. Oltre che nella produzione di vino, l’Italia spicca nel vivaismo viticolo. Il nostro Paese è il primo produttore nel mondo di barbatelle. Nel 2016, in Italia, sono state prodotte 169 milioni 586 mila 964 barbatelle, per un valore complessivo di 237.411.801 milioni di euro, Glera e Pinot Grigio in testa. Si trova in Italia, in provincia di Pordenone, il più grande vivaio di barbatelle del mondo, i Vivai Rauscedo.   “La prima edizione di RIVE e l’attenzione che da subito ha riscosso confermano la dinamicità di Pordenone Fiere e la centralità del settore vitivinicolo regionale – commenta l’Assessore regionale alle risorse agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia Cristiano Shaurli – Un settore che certo eccelle per la qualità delle produzioni, ma che troppo spesso dimentichiamo essere punto di riferimento nazionale e non solo per l’intera filiera lunga del vitivinicolo: dal vivaismo, di cui come Friuli Venezia Giulia siamo leader mondiali per la produzione di barbatelle, alla tecnologia di cantina, fino alla ricerca e all’innovazione agronomica, genetica e tecnica, comunque figlia del grande investimento fatto sulla formazione superiore ed universitaria. Tali settori – conclude l’Assessore –  hanno reso il Friuli Venezia Giulia e il Nord Est un vero laboratorio di innovazione a cui molti guardano e che in meno di due anni ha visto il riconoscimento della Doc Friuli, attesa da 40 anni, e della Doc Interregionale delle Venezie”.