Vibo Valentia. Rievocata la vicenda di Rocco Gatto, vittima innocente di mafia

Lunedì 13 marzo, nella sede dell’Ipseoa “E. Gagliardi” di Vibo Valentia, nell’ambito degli incontri con il Coordinamento provinciale di Libera Vibo e in preparazione della manifestazione nazionale del 21 a Locri, è stata rievocata la vicenda di Rocco Gatto, vittima innocente di mafia ucciso il 12 marzo del 1977. Simbolo di Resistenza civile, la sua storia è stata raccontata in un documentario prodotto da Rai Cultura andato in onda mercoledì 15 marzo.

A quarant’anni dalla sua scomparsa, la storia di Rocco Gatto, il mugnaio di Gioiosa Ionica ucciso il 12 marzo 1977, è stata rievocata in un documentario di Giuliana Mancini, “Senza fare un passo indietro. Storia di Rocco Gatto”, che Rai Cultura ha proposto mercoledì scorso su Rai Storia per “Diario Civile” con un’introduzione del Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti. Il mugnaio di Gioiosa Ionica è una delle mille vittime che verranno declamate nella Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti delle mafie” il 21 marzo a Locri, dove si svolgerà la manifestazione nazionale organizzata da Libera. Lunedì 13, per commemorare Rocco Gatto, in coincidenza con la ricorrenza della sua uccisione, la sua vicenda è stata ricordata all’Ipseoa “E.Gagliardi” di Vibo, la cui storia è stato proposta per essere adottata dall’istituto. L’iniziativa è rientrata nel programma di incontri nelle diverse scuole sul territorio provinciale, promosse dal Coordinamento di Libera Vibo, in preparazione della manifestazione del 21 marzo. Lo stesso don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, nel pomeriggio ha incontrato scuole, associazioni, autorità locali e istituzionali e i cittadini nella sede del Valentianum.

Quella di Rocco Gatto è stata una storia di “Resistenza civile” contro l’arroganza e la prepotenza mafiosa. Considerando l’epoca, lo possiamo definire un simbolo di questa lotta. Allora la mafia e la ‘ndrangheta operavano indisturbate. La sua passione per la giustizia e per i suoi ideali politici (era iscritto al Partito comunista) si possono evincere da una dichiarazione che ha rilasciato ad una emittente televisiva: “Non pagherò mai la mazzetta. Lotterò fino alla morte”. Ma sono le parole della motivazione della medaglia d’oro al valor civile che definiscono la sua tempra e il suo coraggio: “Pur consapevole dei pericoli cui andava incontro, non esitava a collaborare ai fini di giustizia nella lotta contro la mafia e a reagire con audacia alle intimidazioni di cui era fatto oggetto. Cadeva sotto i colpi d’arma da fuoco in un vile e proditorio agguato tesogli da due appartenenti alla suddetta organizzazione. Mirabile esempio di spirito civico e di non comune coraggio”. E l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, all’atto della consegna della medaglia, ha fatto questa dichiarazione: “Alto esempio che ha dato questo cittadino contro questo male che serpeggia nell’Italia meridionale. Il coraggio di questo calabrese deve essere l’esempio per tutti per resistere alla mafia che rappresenta un affronto per il popolo calabrese”. Oltre al racconto della sua storia, è stato fatto vedere anche il docufilm realizzato dal nipote, Alberto Gatto, intitolato “Il colore del tempo”. Alla memoria di Rocco Gatto inoltre sono statti dedicati altri lavori, come un’altro cortometraggio, sempre di Alberto Gatto, “Granosangue”, un murales che ancora si può ammirare sui muri del teatro che si trova nella cittadina della Locride e poi diversi sono i libri che ricordano la sua vicenda come “Il sangue dei giusti”. Infine il cantastorie Nino Racco, circa cinque anni fa ha realizzato un’opera teatrale, dal titolo “Opera aperta”.

L’incontro è stato preceduto dall’intervento del dirigente scolastico dell’Ipseoa “E. Gagliardi” Carlo Pugliese, il quale ha sottolineato l’importanza di questi momenti, per l’impegno che Libera porta nel contrasto alle criminalità e nell’attività sociale e culturale, fondamentali per la formazione delle coscienze civili dei giovani, e per dare una prospettiva di dignità e di libertà a tutti i cittadini. Nel presentare l’ospite, mons. Giuseppe Fiorillo (presidente del Coordinamento di Libera Vibo), ha messo in rilievo il suo indefesso impegno verso le persone che vivono nel disagio e il ruolo sociale, culturale e spirituale che ha avuto nella sua missione pastorale. Nel suo intervento mons. Fiorillo ha raccontato le finalità di Libera, mettendo in luce le istanze che hanno spinto don Luigi Ciotti a fondare questa associazione e il significato della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti delle mafie” per ridare nuova vita alle vittime e per far rinascere un moto di ribellione contro tutte le forme di ingiustizia e “liberare” le comunità dall’oppressione e dal ricatto della criminalità organizzata, affinché sia tutelata la dignità dell’essere umano.

All’incontro hanno partecipato i docenti Alberto Galloro (referente per la Legalità, intervenuto per presentare l’iniziativa e sottolineare il valore dell’impegno e della responsabilità), e Maria Giovanna Pisani (referente per il Bullismo), che ha organizzato l’incontro insieme al Coordinamento di Libera Vibo.

Si sottolinea inoltre che la storia di Rocco Gatto è stata adottata anche dall’Istituto d’Istruzione Superiore “De Filippis-Prestia” di Vibo, guidato dal dirigente scolastico Pietro Gentile, raccontata nel corso di un incontro tra gli studenti e Libera Vibo, che si è svolto nei giorni scorsi nell’Aula Magna della sede scolastica.