I mercati tengono, soddisfazione alla reazione italiana nel dopo referendum

Borse e mercati hanno retto piuttosto bene alla vittoria del ‘no’ al referendum costituzionale italiano del 4 dicembre.

L’evento, che si temeva avrebbe fatto sobbalzare i mercati a tal punto da creare una flessione negativa, non ha innescato alcuna fase di incertezza profonda ma soltanto un velo di timore soprattutto al cospetto del sistema bancario italiano.

 Gli investitori restano alla finestra ed osservano con attenzione le fasi successive al voto, puntando l’attenzione sulla crisi di governo  apertasi nelle ore successive alla consultazione, ma tengono nella dovuta considerazione le scelte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le proposte del nuovo Governo Gentiloni.

I mercati hanno assunto un atteggiamento positivo e guardano con soddisfazione alla reazione dell’Italia nel dopo voto.

In realtà la possibilità che il risultato delle urne segnasse la vittoria del ‘no’ era già stata messa in conto dai mercati.

Considerazione positiva dei mercati anche quella espressa nei confronti del  ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, la cui presenza nel nuovo Governo viene vista come un elemento estremamente positivo grazie al lavoro fatto dal titolare del dicastero di via XX Settembre e di quel che il ministro sarà ancora in grado di fare, soprattutto per portare fuori dalle secche il sistema bancario italiano.

La sicurezza degli investitori, nonostante ad uscire vittorioso sia stato il ‘no’, è stata anche conseguenza diretta della convinzione che il premier Renzi non se ne sarebbe andato prima dell’approvazione della legge di bilancio.

La scommessa dei mercati prevedeva una soluzione rapida della crisi e l’attesa è ancora incentrata proprio su quell’aspetto.

Sull’esito negativo del referendum si era espressa la  S&P Global Ratings, secondo la quale il risultato delle urne non avrebbe provocato, almeno a breve,  impatti negativi sul rating dell’Italia.

In base alle considerazioni fatte dall’agenzia “l’esito negativo del referendum di domenica non implica cambiamenti a breve nelle politiche economiche e di bilancio del Paese”.

L’esito referendario non ha creato difficoltà anche sul piano europeo, come hanno confermato molte personalità dell’UE.

“Dopo un iniziale momento di shock in apertura dei mercati, a seguito dell’esito del referendum italiano che ha portato ad un forte calo delle quotazioni della moneta unica, i mercati del Vecchio Continente hanno virato in territorio positivo – hanno sottolineato gli analisti di Sharp Trader -“.

In Europa “si apre una nuova fase di assestamento anche sui mercati europei dopo le turbolenze dei mesi scorsi con un rally che pare solido e duraturo su tutti i principali listini del Vecchio Continente”.