Antibiotici nel pollo? Solo a scopo curativo e mai per favorire la crescita

Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% delle aziende del settore carni avicole italiane, ribadisce l’impegno  del settore avicolo nel contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza 

Antibiotici negli allevamenti avicoli – La somministrazione di antibiotici negli allevamenti avicoli è legata esclusivamente alla presenza di una malattia conclamata ed avviene sotto la responsabilità e il controllo veterinario.  Non vengono mai usati per favorire la crescita degli animali, pratica vietata in Europa dal 2006. Inoltre è sempre rispettato il cosiddetto “periodo di sospensione”, cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima che il pollo venga avviato al consumo. Le normative europee in materia di benessere animale sono le più avanzate del panorama mondiale. La responsabilità delle aziende e la sensibilità dell’opinione pubblica hanno permesso negli ultimi 15 anni di raggiungere elevati standard di benessere per gli animali, a partire dall’allevamento fino al trasporto e fasi successive. La filiera avicola italiana è impegnata in prima linea, predisponendo un ampio piano di formazione in materia di benessere animale per gli allevatori su tutto il territorio nazionale, con corsi di formazione che hanno coinvolto ad oggi oltre 1500 allevatori. Questo lavoro di divulgazione contribuirà senz’altro all’acquisizione di una maggiore consapevolezza e si tradurrà in una ulteriore riduzione dei trattamenti.

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Il pollo italiano è sicuro – Anche Guido Grilli, ricercatore presso il dipartimento di Scienze veterinarie e sanità pubblica dell’Università degli Studi di Milano e Presidente della società italiana di patologia aviare ribadisce:  Nel pollo italiano non ci sono residui di antibiotici pericolosi per la salute.  Negli allevamenti italiani di polli e tacchini, gli antibiotici sono usati a scopo esclusivamente curativo e mai per promuovere la crescita. Prima di ricorrere all’antibiotico si adottano altri metodi preventivi, a cominciare dai sistemi di biosicurezza, poi si adottano i vaccini e solo se strettamente necessario perché l’animale è malato si ricorre alla terapia antibiotica.

Possiamo quindi stare tranquilli quando mangiamo pollo che non vi siano antibiotici o batteri antibiotico resistenti? Risponde Grilli: Si. La semplice cottura elimina completamente ogni rischio legato alla presenza di batteri e ciò, in aggiunta all’assenza di alcun residuo di farmaci pericoloso per l’uomo, rende la carne di pollo sicura e salutare. I batteri, che siano o meno antibiotico resistenti, non possono in alcun modo causare patologie nell’uomo se la carne viene conservata secondo le indicazioni del produttore, se viene maneggiata e preparata rispettando le norme di igiene e, soprattutto, se viene cotta adeguatamente.

Per approfondimentiPollo antibiotici – “Unaitalia, la filiera avicola e l’antibiotico-resistenza nel pollo”