I rimedi floreali di Edward bach e i loro effetti sulle nostre emozioni

La floriterapia di Bach è fa parte del gruppo delle forme di medicina alternativa, insieme all’omeopatia e ad altri rimedi naturali. Il suo principale promotore ed ideatore fu il medico inglese Edward Bach, il quale era convinto che nella cura di una malattia fosse necessario, più che curare il singolo sintomo, prendersi cura dell’intera persona e del suo stato emotivo. Secondo Bach, la personalità di un individuo e il suo stato psico-emotivo sarebbero in grado di causare poi malattie, che vengono “in superficie” come espressione di un malessere interiore. I sintomi rilevati a livello fisico sono una diretta conseguenza di un disagio originatosi ad un livello ben più profondo, un’emozione negativa che deve essere riconosciuta e curata tramite l’assunzione di energie positive che provengono da alcuni fiori. Bach selezionò 38 rimedi floreali, ciascuno dei quali equilibratore di una determinata emozione. Attraverso un trattamento specifico del fiore è possibile secondo Bach far sì che la sua energia intrinseca entri in risonanza con l’energia umana e sia in grado di trasformare un’emozione negativa nel suo tratto opposto e positivo. I fiori sono quindi in grado di riarmonizzare i conflitti interiori combattuti all’interno del nostro corpo e di ristabilire una condizione di benessere. Fiori di Bach

Edward Bach nacque nel 1886 in Galles da una famiglia benestante. Da sempre amante della natura e delle sue manifestazioni, sviluppò fin dalla più tenera età forti capacità empatiche. La sofferenza di un altro essere vivente lo toccava nel profondo e ciò lo portò a desiderare di diventare medico per trovare una medicina in grado di curare ogni malattia. Nel 1912 si laureò in medicina nell’università di Birmingham ed iniziò a lavorare a Londra. Passando così tanto tempo a contatto con malattie anche gravi, si rese conto che ciascun paziente reagiva emotivamente in maniera diversa dall’altro di fronte al problema. Sempre meno contento dei risultati della medicina allopaticae alla sua continua tendenza a curare il sintomo, ma non il malato, iniziò ad avvicinarsi alla medicina omeopatica e all’immunologia. Divenne un notopatologo, immunologo e batteriologo, scoprendo che alcuni batteri intestinali erano strettamente collegati con le malattie croniche. Creò dei vaccini ottenuti da questi bacilli e iniettandoli nel sangue dei pazienti ottenne risultati sorprendenti e la recessione di diverse patologie croniche (i sette Nosodi di Bach). Nel 1917, a seguito di una brutta emorragia, fu operato di urgenza e gli venne asportata la milza. Nonostante la rimozione del tumore i medici gli prognosticarono soli tre mesi di vita poiché la metastasi si stava espandendo al fegato. Accettata la sua imminente morte, Bach decise quindi di concentrare le sue energie sul proprio lavoro. Allo scadere dei fatidici tre mesi si accorse che non solo si sentiva meglio di quanto non lo fosse mai stato, ma il tumore era completamente regredito, fino a sparire, senza l’aiuto di alcun farmaco. Da questa esperienza Bach giunse alla conclusione che una forte volontà e una grande voglia di vivere aiutano il processo di guarigione delle malattie. Un uomo felice e in armonia è anche un uomo in buona salute. Questa intuizione guiderà poi negli anni successivi, la scoperta dei suoi rimedi floreali.

La sua reputazione come batteriologo crebbe e il suo lavoro sulla tossiemia intestinale diventò tanto famoso da essere pubblicato sui giornali medici e inserito negli Annali di Medicina del 1920. Lavorando come batteriologo presso l’Ospedale Omeopatico di Londrasi avvicinò all’opera di Samuel Hahnemann, medico tedesco che un secolo prima aveva inventato l’Omeopatia.Nel lavoro di Hahnemann trovò un’affinità col proprio pensiero: entrambi erano dell’opinione che bisognava curare il malatopiù che la malattia. A differenza di Bach, però, Hahnemann utilizzava anche erbe velenose, cosa che Bach non condivideva considerandola una pratica troppo invasiva per l’organismo. I vaccini o Nosodi di Bach, preparati con il metodo omeopatico e somministrati oralmente, riscossero notevole successo e ben presto egli decise di sostituire i batteri intestinali usati nei suoi vaccini con rimedi più puri e naturali, che contenessero gli stessi principi attivi di tali batteri. A ciò si aggiunse la convinzione che a ciascuno di questi nosodi corrispondesse una determinata personalità e quindi uno specifico modo di reagire alle malattie. Abbandonò la professione e tornò in Galles, dove scoprì e divulgò le proprietà curative di 38 piante silvestri (12 guaritori, i primi ad essere stati scoperti, 7 aiuti ed infine 19 assistenti), oggi note come Rimedi Floreali di Bach, capaci di agire su altrettanti stati d’animo negativi, grazie ad un collegamento della nostra personalità con il campo energetico cosmico. Le essenze floreali pertanto vengono descritte come una sorta di “energia liquida” perché incapsulano letteralmente la struttura dell’energia o la vibrazione del fiore dal quale provengono. Bach sosteneva la necessità di una medicina alternativa, che agisse più sul paziente che sulla malattia in sé. Era inoltre convinto che tali terapie dovessero essere accessibili a tutti, in modo che chiunque avrebbe potuto così avere le capacità di condurre una autodiagnosi fondata sull’introspezione e l’ascolto interiore. Tali terapie avrebbero quindi avuto un carattere preventivo e privo di effetti collaterali. Decenni dopo, nel 1978, la floriterapia è stata legalmente riconosciuta dall´Organizzazione Mondiale della Sanità come “Medicina Complementare”.

Fonte: dottoriroma.it