Vibo Valentia, concerto dedicato a don Mottola

La meraviglia della musica e del canto che sanno trasmettere sentimenti di bellezza assoluta. A creare questa straordinaria emozione l’esecuzione di un’opera sacra, dedicata a Don Francesco Mottola, “Francesco Servo di Dio – l’Aquila che raggiunse il Sole” . Una composizione di grande potenza poetica e spirituale, curata egregiamente nelle parole e nelle musiche, vissuta come un’intensa e profonda preghiera, eseguita nello scenario del Duomo di San Leoluca, da un coro di oltre 80 voci e un’orchestra di 50 musicisti. Autore il maestro Vincenzo Laganà, composta nella forma dell’Oratorio sacro.

Coro e orchestra Don Mottola

Accadono dei momenti nella storia delle comunità in cui si vivono delle esperienze straordinarie sotto il profilo emotivo e spirituale, come se il sentimento venisse amplificato tra le corde di tutti i presenti. Un miracolo che solo la musica e il canto sono capaci di compiere quando ha un’ispirazione profonda, autentica, che riesce a penetrare nella dimensione del sacro. Teatro di questa speciale risonanza collettiva il duomo di San Leoluca durante l’esecuzione dell’opera musicale dedicata a Don Francesco Mottola, “Francesco Servo di Dio – l’Aquila che raggiunse il Sole”, composta dal maestro Vincenzo Laganà, nella forma dell’Oratorio sacro (sabato 25 giugno). Un’opera di grande bellezza poetica e spirituale, curata egregiamente nelle parole e nelle musiche. Un’intensa e profonda preghiera, cantata col linguaggio universale della musica. Il testo ripercorre ed interpreta l’itinerario ascetico e mistico di don Francesco Mottola, parroco di Tropea, già dichiarato “Venerabile Servo di Dio” da Papa Benedetto XVI nel 2007. Un parroco, don Mottola, che fece della carità, della contemplazione mistica e della donazione totale a Dio la sua ragion di vita; martire d’amore e di carità, che si è spogliato di se stesso per accettare la condizione di uomo crocifisso, con incondizionata dedizione verso il prossimo. La sua causa di beatificazione è seguita con particolare attenzione e interesse dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, il quale ha apprezzato moltissimo l’Oratorio sacro, dandone la sua “benedizione”: un’opera “le cui note e i cui testi ci regalano un sogno ad orecchie e occhi aperti, un dono a tutta la comunità e a tutta la Chiesa, un modo nuovo, originale e riuscito per accostarsi al mistero ed al fascino di don Mottola, che col linguaggio della musica aiuterà di sicuro a meglio conoscere, apprezzare ed amare con intensità e compiutezza questo figlio straordinario di Tropea e della Chiesa” ha commentato il prelato. Un vero e proprio atto d’amore, dunque, espresso nella forma artistica della musica, che esalta la grande sensibilità poetica, umana e spirituale del suo autore e compositore. Ad eseguire l’opera, nella forma musicale del concerto, è stato un numeroso e affiatato ensemble polifonico, ben accordato e ben armonizzato, composto da 4 voci miste di circa ottanta cantori; un’orchestra strumentale di circa quaranta musicisti; cinque voci soliste e una voce recitante, diretti dallo stesso compositore dell’Oratorio, il maestro Vincenzo Laganà. Chi ha avuto la fortuna di vivere in prima persona questa esperienza ha potuto avvertire il tono imponente e solenne della composizione, che si è snodata, senza soluzione di continuità, per circa sessanta minuti, attraverso dodici frames ispirati alla vita e alle opere di don Mottola. Dodici brani musicali e poetici che ripercorrono idealmente un viaggio spirituale, in cui il coro, l’orchestra, i solisti e la voce recitante si sono articolati e hanno concertato armonicamente, creando un forte magnetismo che ha affascinato, compiaciuto e soddisfatto i presenti. A dare ancora ulteriore intensità alla rappresentazione, un articolato e coinvolgente sviluppo musicale dell’Opera stessa, attraverso l’alternarsi e l’intrecciarsi di momenti di pacata intimità dei solisti con momenti di grande coralità, durante i quali, una forte struttura polifonica e un’orchestra impiegata in tutti i suoi settori, enfatizzava l’atmosfera già musicalmente densa. Sessanta minuti di vera ed elevata comunicazione dell’anima e del sentimento, che hanno emozionato profondamente e fatto gioire il numeroso pubblico presente, assorto in una religiosa, appassionata e calorosa partecipazione. Ad aprire l’Oratorio l’inno “Francesco Servo di Dio”, e già sin dalle sue prime note si è avuta la netta sensazione che quella che si stava per aprire era un’intensa pagina musicale sacra di profonda spiritualità e grande bellezza artistica; una preghiera cantata, grazie alla quale chi si pone in ascolto si eleva spiritualmente. Sin da subito le note e i testi dell’Oratorio hanno fatto risuonare nel Duomo una dolce e coinvolgente armonia, attraverso melodie dolcissime, suggestive ed emozionanti, che hanno trasmesso intatto il fascino e la presenza di una grande e profonda spiritualità. Le emozioni si sono confermate nei brani successivi – introdotti di volta in volta dalla voce recitante – che hanno ripercorso momenti salienti della vita di don Mottola: il suo amore per la natura, gli albori della sua vocazione, la sua ordinazione sacerdotale, la sua donazione totale a Gesù Cristo, l’esaltazione della Carità, l’abbraccio della Croce come simbolo di salvezza, l’esaltazione del Silenzio mistico, l’istituzione della “Casa della Carità”, fino all’espressione ultima che chiude la sua vita terrena (“Eccomi, eccomi tutto”) e al mandato spirituale (“Andate e portate ovunque l’Amore, la gioia di Cristo Signore), rivolto alle Oblate del Sacro Cuore, le “Certosine di strada”, come amava chiamarle. E sono state proprio loro, le Suore Oblate del Sacro Cuore, a voler proporre alla città di Vibo, all’attenzione e alla riflessione dei vibonesi, l’Oratorio sacro “Francesco Servo di Dio”, nella ricorrenza del 47° anniversario del “pio transito” di don Mottola, avvenuto il 29 giugno 1969, e nel 60° anniversario della fondazione della Casa di Carità, aperta il16 luglio1956, uno dei tanti sogni del “Venerabile”, che sembrava impossibile da realizzare allora, e che oggi, invece, è una grande realtà di accoglienza e di riabilitazione della città. L’evento– che ha visto anche la presenza del Vescovo emerito mons. Vincenzo Rimedio, del parroco e del vice-parroco del Duomo, don Antonio Purita e don Maurizio Macrì, di mons. Giuseppe Fiorillo, dell’assessore Antonio Scuticchio, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Vibo – è stato onorato nel migliore dei modi dal popolo vibonese e ha lasciato contenti e soddisfatti tutti: l’Istituto Oblate del Sacro Cuore, la cui rappresentante, Liliana Vita, ha voluto ringraziare pubblicamente tutti gli “attori” dell’Oratorio, per la loro opera di diffusione e di conoscenza della figura di don Mottola, e soprattutto il suo autore per aver composto questa “musica celestiale, nella quale si sente la presenza del “Venerabile” e della sua santità”; il maestro Laganà, per la ”serata veramente esaltante, in cui si è respirata un’atmosfera di intensa spiritualità” e per la “grande risposta di Vibo, con la presenza di un numeroso pubblico”; il parroco don Antonio Purita, felice di aver visto il Duomo cosi pieno e di aver fatto in quell’ora di ascolto, meditazione e preghiera “l’equivalente di tre ore di esercizi spirituali”; il pubblico presente, che alla fine del concerto ha espresso il suo totale apprezzamento con una grande standing ovation. Un evento che contribuisce a dare luce in un territorio troppo spesso in penombra.