“Making happiness”, festival del design dal 26 al 29 maggio a Vicenza

Quattro giorni di festival dedicati al design in tutte le sue sfaccettature: arredamento, comunicazione, grafica, stampa, architettura, restauro, allestimento, moda. E’ quello che propone “Making happiness” che dal 26 al 29 maggio arriva in città dopo la felice esperienza del 2015 con l’edizione “zero”. Organizzato dall’associazione Designers make troubles (che ha preso il nome dalla prima edizione dell’evento) e con il sostegno dell’ufficio politiche giovanili del Comune di Vicenza l’evento promuoverà giovani realtà produttive e aziende votate all’innovazione e al rinnovamento secondo un’ottica di rete e di visione comune.

“Making happiness” prenderà vita all’interno dellaTemporary room, innestata tra la Basilica Palladiana con doppia entrata dalla saletta Zavatteri e corte dei Bissari, con un intervento ad hoc a cura dell’associazione.

Inoltre le 17 realtà particolarmente attente all’innovazioneapriranno i propri spazi al pubblico.

L’iniziativa è stata presentata in Basilica palladiana (saletta Zavatteri) dal consigliere comunale delegato alle politiche giovanili Giacomo Possamai e per l’associazione Designers make troubles dal presidente Marco Corona (Ey studio), dal vice presidente Andrea Dori (Zerogloss design store) e dal consigliere Flavio Barban (Laboratorio Arka).

Su quali parametri collettivi, individuali, di attitudine, di ambizione si misura la felicità di una città? “Making happiness” mette il design a servizio della creazione di una visione collettiva della felicità in città conl’installazione interattiva “Design happy cities” all’interno della Temporary room che prenderà corpo – grazie all’intervento collettivo appunto – lungo tutta la durata della manifestazione, e alla quale sono invitati a partecipare tutti, cittadini, turisti e curiosi, vera anima del progetto. L’evento di apertura è in programma giovedì 26 maggio alle 18.30 cui seguirà l’inaugurazione dell’installazione interattiva e dalle 20.30 un party musicale al Bar Borsa con il dj Spiller e con Mustache dj. L’installazione nella Temporary room sarà a disposizione da venerdì 27 a domenica 29 maggio dalle 10 alle 22.

“Vivere in un ambiente accogliente rende le persone più felici. E’ questo il fulcro degli eventi di “Making happiness”, un vero e proprio festival dedicato al design che vuole mettere in luce le realtà “giovani” esistenti nel nostro territorio offrendo loro l’opportunità di raccontarsi – ha spiegato Giacomo Possamai, consigliere comunale delegato alle politiche giovanili -. L’idea era nata già lo scorso anno e, a seguito dell’interesse suscitato, l’evento ora assume ampie proporzioni. La Basilica sarà il cuore delle proposte con un’istallazione allestita in quello che era l’ex guardaroba delle mostre di Linea d’ombra e che ospita probabilmente per l’ultima volta un evento poiché sarà successivamente rimosso. “Making happiness” darà l’opportunità di riflettere su come trasformare la città e renderla migliore, per il benessere dei cittadini”.

Il 2015 per Vicenza è stato l’anno di una nuova sfida durante la quale sei giovani realtà aprivano “le porte al pubblico, per discutere e far scoprire nuovi approcci al tema del design.” Ad un anno di distanza, Designers make troubles da titolo della manifestazione è diventato il nome di un’associazione culturale che riunisce all’interno di un unico grande contenitore creativo i sei promotori dell’edizione zero della “design midweek” vicentina, e si apre, per l’edizione del 2016 a nuove sfide e nuove interazioni.

Quello che Designers make troubles ha messo in campo lo scorso anno, e quest’anno ripropone con un nuovo tema, è la “forma mentis” che fa del design un approccio nei confronti non tanto, o non solo, della realizzazione di un prodotto, quanto piuttosto della messa in pratica di un processo creativo ben preciso.

Se nel 2015 ci si chiedeva in che modo il design può contribuire ad affrontare i “troubles”, gli ostacoli, i gap più o meno grandi, che ognuno incontra nella propria vita, il 2016 apre ad una sfida ancora maggiore: making happiness. In quale modo il design può renderci (più) felici? O ancora, come il design può affrontare gli aspetti più vari e diversificati della nostra quotidianità, ma soprattutto in quale modo la può migliorare? Analizzando l’etimologia del termine “felicitas”, da cui deriva “felicità”, si riscontra, nella radice “fe-”, il concetto di prosperità come esperienza collettiva. La felicità può essere intesa come “lo stato d’animo positivo di chi si ritiene soddisfatto” e, a partire da questo e altri spunti, Designers make troubles dedica quattro giorni al design, declinato nel tema dell’anno, dando vita ad un ciclo di eventi che esprimano, nei modi più svariati, tale concetto. Se la “felicità” è un’esperienza che oltrepassa la personale concezione del mondo, un percorso di continua ricerca e crescita per migliorarsi, “Making happiness” prova a interrogarsi su quali sono i fattori, interni ed esterni, che determinano questa felicità e, una volta trovati, capire quali o quanti hanno a che fare con il design. A partire da questa riflessione l’associazione Designers make troubles ha rivolto l’invito a nuovi interlocutori con sede tra Vicenza e provincia, ampliando il numero di realtà da sei, del 2015, alle diciassette di quest’anno,accomunate da una gestione giovane o rinnovata (nel caso di aziende storiche), da una particolare attenzione nei confronti dell’innovazione e dei nuovi media. Tutte tentano di vivere il legame con il territorio in cui operano non come satelliti, ma instaurando quotidianamente nuove connessioni tra le aziende che si occupano in maniera più o meno “canonica” di design, allargando così una rete in grado di contribuire allo sviluppo reciproco.

Ecco dunque una rapida carrellata dei protagonisti di “Making happiness” 2016. C’è chi si dedica alla progettazione di soluzioni di arredo, scegliendo con cura prodotti e marchi locali e facendosi portavoce di un design internazionale (Malfatti Zorzan, Zerogloss, Lullaby), o mettendo assieme maestranze di prim’ordine sia in ambito artigianale che tecnologico (il lightdesign di Raggi di Luce, Caron Vetrate Artistiche), con lo scopo di creare una simbiosi tra il mondo del design e dell’architettura (Impronta Italiana Design, Op Top); aziende che spaziano tra la produzione di vini (Arkè Distribuzione Vini Naturali) e birre (Birrificio Ofelia) a chilometri zero, che hanno fatto della grande qualità e “naturalità” delle materie prime dei propri prodotti la propria mission; un artigianato che si innova e contamina le esperienze locali legate alla storia del tessile aprendosi alle influenze di arte e moda (121 Vecchia Ferriera) o facendosi portavoce di brand europei giovani e avanguardisti (Kingdom Store).

Tra gli aderenti alla manifestazione coesistono anche realtà che mettono in pratica il concept di design nella comunicazione (Ey studio, Laboratorio Arka, Ty), nella progettazione di itinerari e viaggi (Girolibero e Zeppelin), nella valorizzazione di materiali e nella diffusione del know-how (Unione Collector, Megahub).

Informazioni: www.vicenzadesignweek.it, [email protected], [email protected]

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