Genova custode e testimone di due secoli di storia dell’emigrazione
“Uno straordinario contenitore intelligente di una documentazione preziosissima, che illustra le più importanti pagine della storia del nostro Paese”. Così il sindaco Marco Doria chiamato a presentare nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale i dieci anni del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana (Cisei). Dieci anni di lavoro per racchiudere in un database due secoli di emigrazione italiana all’estero con 5 milioni di nomi. Una cerimonia sobria, com’è nello spirito di questa associazione guidata dal presidente dell’Istituto Internazionale delle Comunicazioni, Fabio Capocaccia. “Un fenomeno di massa – continua Doria – che ha caratterizzato la nostra storia nazionale e, ancora maggiormente, la nostra area geografica, terra di provenienza e porto di partenza. Genova e le sue valli hanno forti motivi per ricordare queste pagine di storia, che trovano già spazio nelle sala della mostra permanente del Museo del Mare”. Ma non è stato solo un pomeriggio di memoria. Si è parlato dei prossimi dieci anni, di altri 5 milioni di nomi da registrare e, soprattutto, del progetto del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ha proposto Genova come sede del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana. “Un progetto – ha concluso il sindaco – in cui siamo prontissimi a dedicarci, in partnership tra privati e istituzioni, a partire dal Museo del Mare, che già contiene una sezione dedicata ai temi dell’emigrazione, a cui si potrebbero aggiungere, in accordo con il ministero dei Beni culturali, nuovi spazi adiacenti alla Darsena, in un percorso museale organico e compatto”. Dieci anni di lavoro davanti con un obiettivo ambizioso, catalogare altri 5 milioni di italiani che hanno affrontato il lungo viaggio verso le Americhe. “Abbiamo iniziato nel 2006 (ma l’idea risale al 2004) a valorizzare il patrimonio culturale e di memoria che questa città rappresenta per l’emigrazione – spiega Fabio Capocaccia. Dieci anni di lavoro per costruire, unico nel suo genere, un archivio degli italiani che hanno lasciato il nostro Paese. Abbiamo stabilito rapporti internazionali per trascrivere i nomi dei nostri connazionali registrati nei porti esteri di arrivo. Oggi, il nostro archivio, che contiene 5 milioni di nomi,viene visitato on-line (www.ciseionline.it/) ogni anno da 200.000 visitatori singoli”. La giornata è proseguita con l’appuntamento “Emilio Franzina: Emigrazione di ieri e di oggi” e la presentazione dell’ultima pubblicazione Cisei – Editore Stefano Termanini dal titolo: ” Storie di emigrazione: architetti e costruttori italiani in America Latina”. Uno studio da cui emerge che gli orientamenti architettonici ed urbanistici di fine Ottocento – primi Novecento in Sud America siano influenzati in modo determinante dagli emigrati italiani, alcuni dei quali hanno firmato le più importanti realizzazioni dell’edilizia pubblica. Cisei ha raccolto le testimonianze e gli studi di alcune delle più importanti Università italiane ed estere e del Ministero dei Beni Culturali, sotto il duplice aspetto della storia dell’emigrazione e dell’architettura. Ha concluso i lavori una tavola rotonda moderata dallo storico e consigliere comunale Antonio Gibelli, con – oltre ai rappresentanti dei partner del Cisei (Comune di Genova, Regione Liguria, Camera di Commercio, Autorità portuale e Università degli Studi di Genova), il presidente Cisei Fabio Capocaccia, Francesca Imperiale per soprintendenza Archivistica Liguria, Piero Gastaldo, segretario generale Compagnia di San Paolo, Paolo Baracchi, Co.As.It. (Australia), Alfreda Rozzi, dell’Ordine degli Architetti PPC Genova, Pierangelo Campodonico, direttore Istituzione MuMA, e Roberto Speciale, presidente Fondazione Casa America. Nel corso della giornata, nel loggiato antistante Palazzo Ducale, in collaborazione con ETT, CISEI dimostrazione dell’archivio on-line “Due secoli di emigrazione italiana”.