Milano, Comune, Triennale e Kartell rendono omaggio alla cultura del lavoro per la XX1T

I suoni del lavoro diventano un omaggio alla laboriosità della città dall’industria al design. Un’installazione che onora la cultura del lavoro interpretando il tema della XXI Esposizione  Internazionale della Triennale come Labor After Labor. Un progetto voluto dalla Triennale di Milano e dall’Assessorato alle Politiche per il Lavoro del Comune di Milano e realizzato in collaborazione con Kartell con la partecipazione dell’assessorato alla Cultura. Un “progetto” intriso di pensiero applicato, fatica e saper fare dove ogni lavoro ha un suono.

Nel cortile d’onore di Palazzo Reale, sino al 12 settembre, l’installazione di Attilio Stocchi – Vermiglia – fa riecheggiare rumori e suoni di lavori presenti, passati e futuri. Un’installazione che non è un padiglione/contenitore ma un padiglione/nuvola, un’atmosfera.

“Un’installazione e un progetto – spiega l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design, Cristina Tajani – che oltre a rappresentare un bell’esempio di collaborazione tra istituzioni pubbliche e soggetti privati vuole essere il segno della valorizzazione della cultura del bello, della ricerca e dell’innovazione. Innovazione che nasce dal lavoro e da quella maestria artigiana che diventa cultura e impresa. Così Milano si appresta a riconfermarsi, anche in occasione della XXI Triennale, punto di riferimento per chi vuol comprendere l’evoluzione del progetto che nasce dalla commistione tra le esperienze del passato, il lavoro del presente e la capacità di guardare al  futuro”. “Esprimo la mia piena soddisfazione – afferma Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano – per la decisione del Comune di Milano di voler partecipare alla XXI Triennale Esposizione Internazionale Milano 2016 con un proprio padiglione intitolato al tema del lavoro che cambia nel XXI secolo. È una delle questioni fondamentali che affrontiamo non solo con mostre ma anche con convegni e iniziative capaci di coinvolgere soprattutto le nuove generazioni”. “Kartell – spiega il presidente Claudio Luti – ha da subito accolto questo progetto in omaggio a Milano e alla sua laboriosità, intesa come capacità di essere interprete del sistema industriale, del saper fare e del valore del progetto. Elementi chiave che sono rappresentativi della filosofia di Kartell e che ben raccontano la città e al tempo stesso la sua vocazione per il design e legata all’evoluzione del processo creativo che si combina con il processo industriale”. Quattro monitor in sincronia raccontano la laboriosità milanese. Dalla nuvola esce la sonorità del lavoro. Ogni lavoro ha un suono: un verso, una sua voce. Dal rumore prodotto si può intuire la quantità di sforzo, l’alienazione, la gioia del lavoro di chi lo genera. L’occasione del centenario della morte di Umberto Boccioni, che all’interno dell’Umanitaria di Milano dipinse Il lavoro (efficacemente re-intitolato da Marinetti La città che sale), viene reificata dalla massa dinamica di questa nuvola rossa, trasfigurazione del grande cavallo vermiglio imbizzarrito in primo piano nel dipinto. Vermiglia è il cavallo di Umberto Boccioni. Il cavallo – “horse power” – è l’unità di misura della potenza. Vermiglio è il colore della carne ed è anche il colore dello sforzo, della fatica, del Labor. Una nuvola vermiglia a Milano, sotto la quale sedersi, incontrarsi, riposare e sentire il battito della città. Una nuvola inattesa che include e che incanta. L’installazione è visibile al pubblico, all’interno del cortile di Palazzo Reale, dal 12 aprile al 12 settembre 2016.