Savona, killer in corsia l’infermiera Fausta Bonino accusata di 13 omicidi a Piombino

L’operazione, denominata “Killer in corsia”, si è conclusa nella tarda serata di ieri quando la donna di 55 anni è stata arrestata, su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Livorno Antonio Pirato, all’aeroporto di Pisa, dove rientrava dopo essere stata a Parigi a trovare il figlio. L’infermiera è stata associata nel carcere di Pisa.

Fausta Bonino deve rispondere di omicidio volontario continuato. La donna è un’infermiera professionale dell’ospedale di Piombino. La presunta killer è originaria di Savona ma dagli anni ’80 vive e lavora in Toscana.

Ospedale Piombino

Secondo le indagini condotte dai Carabinieri del Nas, avrebbe ucciso 13 pazienti tra il 2014 e il 2015. Tutti i pazienti, a vario titolo e per diverse patologie, erano degenti all’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale civile di Piombino.

A carico della Bonino le intercettazioni ambientali e il materiale sequestrato durante le perquisizioni all’ospedale e nella sua abitazione. Avrebbe somministrato ai pazienti un farmaco non previsto dalle terapie prescritte ai degenti. Si tratta dell’Eparina, un anticoagulante, che la donna iniettava in dosi massicce ai ricoverati, dosi che poi si sono rivelate mortali. Il farmaco avrebbe causato rapide, diffuse e irreversibili emorragie con decessi conseguenti. Le analisi hanno riscontrato concentrazioni di Eparina di anche 10 volte sopra la norma.

Le vittime erano in prevalenza persone anziane, uomini e donne tra i 61 e gli 88 anni, gravi ma non in fin di vita. Secondo il Nas, in molti casi avevano patologie per cui la somministrazione di Eparina non rientrava nelle possibili terapie. Sui 13 decessi 12 sono attribuiti a “coagulazione del sangue”, uno ad arresto cardiaco. I 13 decessi hanno alterato le statistiche dell’ospedale di Piombino e sono stati registrati tra il 2014 e il 2015: 19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre del 2014; 9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre nel 2015.

I Carabinieri, a seguito di accurate verifiche sui turni di servizio del personale operante in quel reparto, sono anche riusciti a verificare come la donna fosse sempre presente in tutti i turni sospetti, avvenuti nel reparto di anestesia e rianimazione. L’indagine è scaturita da una segnalazione di un’ennesima ed inspiegabile morte nell’ospedale di un anziano signore per emorragie diffuse non direttamente collegabili alle patologie di cui era affetto.

Si sta facendo luce sulle motivazioni che hanno spinto la donna ad uccidere.