“Il Governo torna a “minacciare” la soppressione di alcune Corti d’Appello, tra cui quella lucana

Il nuovo assetto della geografia giudiziaria prevede una riduzione del numero delle Corti d’Appello, individuando un presidio in ogni regione e distretti che abbiano almeno un milione di abitanti. La commissione ministeriale guidata da Michele Vietti ultimerà i lavori il prossimo 31 marzo”. Così Marinica Cimadomo, responsabile del Dipartimento Giustizia Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Basilicata, che prosegue: “A prescindere dalle ragioni sottese alla riorganizzazione della geografia giudiziaria, occorre rammentare che la Corte d’Appello di Potenza è il più importante presidio per la nostra regione; la sua soppressione cagionerebbe tanto inutili quanto dispendiose “emigrazioni giudiziarie”, aventi come unico scopo deflazione del secondo grado di giudizio ed inevitabile svilimento della professione forense, a discapito del buon funzionamento dell’intero apparato e dei diritti dei cittadini. Salvaguardia e mantenimento della Corte d’Appello vanno viste come imprescindibile tutela della legalità con tutte le annesse ripercussioni sulla vita sociale ed economica. Il riassetto della geografia giudiziaria – fa presente Cimadomo – non si attua con la soppressione o con l’accorpamento dei presidi funzionanti. Si attua con la equa distribuzione del carico di lavoro e con la preliminare soluzione di altre e più preoccupanti criticità”. L’esponente di FdI-An ricorda che la “soppressione della Corte d’Appello metterebbe in seria crisi l’intero assetto della nostra Regione che, pur non essendo un’isola felice, gode ancora di condizioni di vivibilità anche grazie ai suoi presidi di giustizia. L’augurio è che non rimanga lettera morta la sollecitazione del nostro consigliere regionale Gianni Rosa il quale nell’agosto del 2014, invitava il Premier Renzi ad un’attenta riflessione sulla catastrofe giudiziaria che si abbatterebbe se il nostro presidio venisse soppresso”. L’auspicio del Dipartimento Giustizia FdI AN Basilicata è che “non si compia un ennesimo scempio giudiziario ed un atto di indebolimento dell’intero sistema che, messo in pericolo con la soppressione di un importante presidio, sarebbe deleterio per l’intera regione e, soprattutto, che i criteri di riorganizzazione del sistema sul territorio siano attuati in modo da garantire l’efficienza del pianeta giustizia con idonee condizioni di accesso ad un sistema di qualità”.