“Basta perdere tempo: ora si firmi il decreto per il Parco Nazionale della Costa Teatina”

Le associazioni elogiano la bocciatura da parte del Ministero dell’Ambiente del tardivo tentativo degli enti locali di superare la perimetrazione e la normativa di tutela del commissario straordinario e rivelano di aver inviato un esposto/sollecito il 24 febbraio a Renzi e al Presidente Mattarella.

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WWF, Legambiente, Arci, FAI, Italia Nostra, Pro Natura, Mare Vivo e LIPU prendono atto con soddisfazione della lettera inviata dal Ministero dell’Ambiente al Presidente della Regione D’Alfonso con la quale si conferma che l’iter per la perimetrazione del Parco è in regime commissariale e che non c’è tempo per tardivi ripensamenti. Le associazioni rivelano di aver scritto congiuntamente il 24 febbraio scorso un esposto/sollecito al Presidente del Consiglio dei Ministri proprio per sollecitare la chiusura della procedura istitutiva del Parco Nazionale della Costa Teatina e l’invio alla Presidenza della Repubblica della proposta di un decreto di perimetrazione sviluppato sulle indicazioni del Commissario ad acta.

Un testo, inviato per conoscenza anche alla Presidenza della Repubblica, nel quale le otto associazioni evidenziano le valenze naturalistiche del territorio del Parco, ricordano il lungo iter per l’istituzione e sottolineano come la perimetrazione, dopo i lunghi anni lasciati infruttuosamente trascorrere dalle amministrazioni locali, sia stata affidata a un commissario straordinario la cui azione non poteva essere oggi messa in discussione da quegli stessi poteri locali cui non sono bastati quindici anni per uscire da uno stato di stallo che ha solo danneggiato l’economia del territorio.

WWF, Legambiente, Arci, FAI, Italia Nostra, Pro Natura, Mare Vivo e LIPU sottolineano come l’area costiera compresa tra Ortona e San Salvo, in provincia di Chieti, presenti habitat e specie di interesse conservazionistico e di valenza europea. Lo testimoniano in modo evidente la presenza nel territorio di sei Siti d’Importanza Comunitaria (SIC), sette Riserve Naturali Regionali e un Sito di Importanza Regionale per complessivi 19,3 km2 interessati dal regime di protezione Natura 2000 (di cui 11,5 km2 con regime di Riserva Regionale). Si ricorda inoltre che in anni recentissimi (2014 e 2015), grazie al finanziamento della Regione Abruzzo tramite i fondi destinati ai Comuni e agli Enti gestori dei Siti Natura 2000 (misura 3.2.3 del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013), sono stati redatti i Piani di Gestione dei SIC che hanno confermato la presenza di specie e habitat di interesse comunitario ricadenti nelle Direttive Habitat e Uccelli. La valenza naturalista del Parco non è dunque in discussione, come non lo è la conclusione, finalmente operata dal commissario, di un iter iniziato addirittura nel 1997 quando la legge n° 344 inserì la zona tra le “prioritarie aree di reperimento” sulle quali si sarebbero dovuti realizzare Parchi Nazionali. Quel territorio, su proposta del Sen. Angelo Staniscia definito come “Costa Teatina” venne quindi individuato come Parco con la legge n° 93/2001 (art.8, comma 3). Da allora, quindici anni fa!, comincia l’ostruzionismo dei poteri locali, a dispetto dei 1.000 milioni previsti come spesa per l’istituzione e il funzionamento della nuova area protetta nazionale. Una ostruzione che ha portato la Regione a presentare persino un ricorso alla Corte Costituzionale, respinto con la sentenza n° 422/2002, depositata il 18 ottobre 2002, con la quale venne ribadita la legittimità della legge istitutiva del Parco.

Il resto è storia di oggi, con la perimetrazione e la relativa disciplina di tutela presentate dal Commissario e una controperimetrazione (con nuove “regole di tutela” che in realtà tutelano ben poco a livello ambientale) non si sa bene a quale titolo presentata.

“Le indicazioni contenute all’interno della Deliberazione della Giunta Regionale della Regione Abruzzo, n° 27 del 26 gennaio 2016 – scrivevano infatti le associazioni – non sono in alcun modo accettabili”. Sono infatti in contrasto con la normativa delle legge quadro sulle aree protette (la 394/1991) e in ogni modo “il parere della Regione Abruzzo non è dovuto in quanto l’intesa non è necessaria ed è comunque superata per legge, alla luce della necessità di dover ricorrere ad una procedura in deroga non ancora conclusa”.

Le associazioni ritengono “non ulteriormente differibile la chiusura dell’iter istitutivo e l’istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina, in coerenza con la procedura commissariale” cui si è fatto ricorso in conseguenza del cosiddetto emendamento Legnini che aveva posto termine agli infiniti palleggiamenti tra Ministero dell’Ambiente ed enti locali stabilendo un termine di legge oltre il quale, in mancanza di accordo, sarebbe scattata la gestione commissariale.

A questo punto – concludono WWF, Legambiente, Arci, FAI, Italia Nostra, Pro Natura, Mare Vivo e LIPU – non c’è altro da fare che rispettare la legge e procedere con l’immediata chiusura della procedura istitutiva del Parco.