Archidiversity, cultura della progettazione attenta alle diversità

Diffondere una nuova cultura del design e del progetto attenta alle diversità motorie e cognitive grazie all’ideazione di oggetti, servizi e architetture inclusive, innovative e fruibili da tutti. Questo l’obiettivo di Archidiversity.it  il primo web site rivolto a architetti e designer per favorire il confronto sulle tematiche del Design. A presentare a Palazzo Marino i contenuti del progetto patrocinato dal Comune di Milano, l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Moda e Design Cristina Tajani con gli ideatori Giulio Ceppi,Luigi Bandini Buti e Rodrigo Rodriquez. “Con Archidiversity – spiega l’assessore Cristina Tajani – l’Amministrazione è vicina a tutti quei creativi che sviluppano l’architettura e il design nel rispetto e nell’attenzione alle esigenze di tutti i cittadini. Un nuovo concetto di architettura senza barriere e fruibile da tutti che esce dai confini nazionali per aprirsi al mondo ponendo Milano al centro dei nuovi modelli architettonici che si stanno delineando nel panorama internazionale”. A dare origine a Archidiversity, condividendo progetti e riflessioni creando la prima web community nazionale, nove tra i principali studi d’eccellenza milanesi: Stefano Boeri Architetti, – Giulio Ceppi/Total Tool, Antonio Citterio Patricia Viel Interiors, Michele De Lucchi/aMDL, OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi, PARK Associati, Progetto CMR Massimo Roj Architects, Studio di architettura Luca Scacchetti, Matteo Thun e Luca Colombo. Nove studi che si sono resi disponibili a sviluppare e declinare secondo i principi del Design For All un proprio progetto in corso o cui si stanno accingendo sia con importanti istituzioni milanesi (Triennale di Milano, Università Bocconi etc.) sia in altri contesti geografici (Aeroporto di Doha in Qatar, waterfront de La Maddalena). Nove progetti che toccano tipologie architettoniche diverse – luoghi per la formazione universitaria, strutture per la ristorazione, centri commerciali ed uffici, residenze e giardini, spazi pubblici e comunitari ect. – e offrono terreni progettuali ricchi di spunti e occasioni di confronto. “I nove progetti selezionati – commenta Luigi Bandini Buti, autorevole esperto di Design for All – possono e devono confermare l’idea che progettare per tutti non rappresenta una limitazione alla creatività, ma anzi la stimola attraverso nuove sfide. Bisogna anche tener presente che, come oggi non è più possibile pensare ad architetture che non tengano conto dei risvolti energetici ed ecologici, altrettanto non sarà più possibile rinunciare all’opzione forte dell’accessibilità fisica, percettiva e culturale per tutti, che diverrà un must”. Archidiversity.it, on line dal mese di dicembre, racconta tramite video e documenti di lavoro, il work in progress dei progetti in fase di realizzazione dei nove studi coinvolti, oltre a presentare interviste a tutti i partecipanti ed illustrare tramite disegni e testi i principi del Design For All in fase di applicazione. La struttura stessa del sito di Archidiversity e la sua modalità di interazione sono progettati con i criteri del Design for All consentendo, ad esempio, la regolazione dinamica del contrasto dello schermo e l’ingrandimento a piacere delle tipografie per gli ipovedenti o sottotitolando i testi delle interviste per gli ipoudenti. Il prossimo appuntamento con Achidiversity sarà occasione della XXI Triennale, con una mostra interattiva e iniziative dedicate a promuovere i criteri Design for All, quindi a luglio in Florida all’AHFE-International Conference on applied human factors and ergonomics, dove Archidiversity è stato incluso tra le migliori best practice internazionali sul tema dell’inclusione.