Roma, “Canta con me” il Teatro dell’Opera in periferia per formare cori scolastici

La Scuola di Canto Corale per Voci Bianche del Teatro dell’Opera, diretta da José Maria Sciutto, andrà in giro con i suoi maestri e i suoi piccoli cantori ad insegnare canto corale in quattro scuole di periferia: “Via Casalbianco” a  Settecamini, “Via Olcese” a Centocelle, “Pablo Neruda” a Selva Candida, “Via Cutigliano” alla Magliana. Il progetto ha un titolo semplice quanto efficace: Canta con me. L’Opera di Roma “esce così dal teatro e penetra nel tessuto urbano con progetti formativi, per creare aggregazione sociale”, ha detto Carlo Fuortes, sovrintendente del Costanzi.

Canta con me, già sperimentato dal direttore Sciutto in diversi paesi sudamericani e in Florida, si basa sul cosiddetto “metodo globale”: un sistema collaudato sul campo con migliaia di bambini in oltre vent’anni, incentrato sull’attività corale in diversi ambiti e a diversi livelli. Target d’elezione sono i bambini tra i 6 e i 13 anni, con le loro peculiarità che si riflettono nell’avvicinamento alla musica e al canto. Lettura della notazione musicale, preparazione vocale, canto a più voci sono la materia prima del progetto e vengono praticati in una continua fusione: i bambini, ad esempio, imparano a leggere gli spartiti cantando insieme. Dietro al lavoro, che comprende momenti di formazione per musicisti interessati alla direzione di voci bianche, ci sono le esperienze di grandi della musica e della pedagogia musicale come Orff, Goitre, Dalcroze, Kodály.

Al termine del progetto, a maggio, concerto finale al Teatro dell’Opera con i cori scolastici e il Coro di Voci Bianche del Teatro. La Scuola di Canto Corale del Costanzi, dal suo canto, si esibirà in quattro concerti nei quartieri coinvolti.

Canta con me ha il patrocinio del Senato della Repubblica. Alla presentazione ha partecipato il Presidente del Senato, Pietro Grasso, che ne ha parlato come di un “progetto pilota, una preziosa opportunità di crescita personale, soprattutto per i bambini e i ragazzi che vivono nelle periferie di Roma, quartieri di cui si parla raramente in positivo ma pieni di risorse e di talenti”.