Il rapporto con le banche e l’accesso al credito uno dei cinque problemi principali del fare impresa

C’è una stretta relazione tra l’89% degli imprenditori commerciali e turistici (su un campione di 100 imprese sondaggiati dall’Osservatorio della Confcommercio sul credito) che indica nel rapporto con le banche e nell’accesso al credito uno dei cinque problemi principali del fare impresa (gli altri riguardano l’eccessivo carico fiscale, i gravami burocratici, la crisi dei consumi e la mancanza di politiche incentivanti per la piccola impresa a livello locale) e i dati diffusi sulle “sofferenze bancarie” in provincia di Potenza in aumento di oltre il 30% in cinque anni con una percentuale del 18% in rapporto agli impieghi. Lo sottolinea una nota di Confcommercio Imprese Italia Potenza. E’ aumentata – secondo il rapporto Confcommercio – sia pure leggermente al primo semestre 2015 la percentuale delle imprese del terziario che si sono recate in banca per chiedere il credito del quale avevano bisogno (un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un finanziamento o di un affidamento esistente): tale percentuale è risultata pari al 20,1%. Esiste, tuttavia, una percentuale di imprese (27,9%) che pur avendo bisogno di credito evita di chiederlo in banca a causa della scarsa fiducia nella situazione economica o per il timore di vedere respinta la propria richiesta. Si tratta, di fatto, della domanda “inespressa”. Tenendo conto di tale quota, la domanda “potenziale” complessiva di credito (percentuale delle imprese che hanno chiesto credito alle banche più percentuale delle imprese che non lo hanno chiesto pur avendone necessità) sale al 48%. Preoccupante la situazione nel Mezzogiorno dove la quota di imprese che hanno chiesto credito è solo del 16,6% e quella inespressa arriva ad oltre il 35%. La necessità del credito – commenta Fausto De Mare, presidente Confcommercio Potenza – riguarda sia la liquidità che i progetti di sviluppo e qualificazione, per i quali le imprese chiedono alle banche di valutare l’efficacia e la penetratività sul mercato senza limitarsi alla richiesta di garanzie. Eppure – aggiunge – nessuna vera ripresa sarà possibile senza la fondamentale propulsione del credito nei motori delle piccole e medie imprese. Ci appelliamo ad Enti locali e Istituti di Credito affinché facciano di tutto e di più per garantire accesso e condizioni favorevoli al credito delle Pmi. Non sfugga che contestualmente al dato sulle sofferenze bancarie di lucani e pmi – dice De Mare – è stato diffuso il rapporto della Ragioneria dello Stato sulla cosiddetta spesa statale regionalizzata che vede la Basilicata al decimo posto (la media è di 3.938 euro ad abitante) su 21 (Regioni e Province Autonome). Con una battuta è il caso di dire: meno spesa corrente in gran parte destinata alla macchina burocratico-amministrativa e più spesa per investimenti a favore dell’impresa.